SOLO DAVIDE
"Un papà eroe", il disco che affronta il delicato tema dei padri separati
(AGR) Solo Davide, all'anagrafe Davide Vergani, presenta il disco dal titolo "Un papà eroe", un progetto musicale che affronta con delicatezza e onestà il tema dei padri separati, una realtà spesso vissuta in silenzio e con senso di colpa.
Nell’album, il cantautore milanese racconta la quotidianità di uomini “tranquilli”, che dopo una separazione continuano a lottare per mantenere un rapporto autentico con i propri figli, tra gesti semplici e grandi emozioni. “Non è un disco di lamentele, ma di testimonianza”, spiega Solo Davide. “Non ho grandi aspettative, se non quella di essere la voce dei papà normali, quelli che vogliono semplicemente fare i papà perché amano i propri figli.”
Quando ho iniziato con la musica
Tutto è cominciato ai tempi dei Genesis. Ascoltando Phil Collins e Chester Thompson mi sono innamorato della batteria: da quel momento, ogni cosa diventava uno strumento. Pentole, fustini del Dash, scatole… qualunque oggetto potesse suonare, per me era un tamburo.
Cosa mi ha portato a scrivere canzoni
Da diversi anni vivo una situazione non facile — come molti altri papà. È stato (ed è ancora) un percorso lungo, ma con la mia bambina stiamo lentamente ritrovando una certa normalità. Non è semplice lasciarsi alle spalle gli ultimi nove anni, ma proprio da questa esperienza è nata in me la voglia di scrivere. Metto in musica le mie emozioni, le mie sensazioni e, in un certo senso, le parole che tanti papà vorrebbero dire: a chi non li ascolta, e a un sistema che spesso li tratta ingiustamente.
Il progetto
Questo progetto nasce da una bellissima storia d’amore tra due miei amici che, dopo tanti anni, si sono ritrovati. Il loro legame, rimasto vivo nel tempo, mi ha ispirato una canzone. Da lì sono nati anche altri brani, alcuni tradotti in inglese. È così che è partito tutto: da un’emozione sincera, trasformata in musica.
Il fine
Non cerco successo né fama. Il mio obiettivo è lo stesso di sempre: divertirmi. Come facevo da ragazzo, quando suonavo con le band a scuola, partecipavo ai concorsi, cantavo nei cori della chiesa o facevo qualche provino solo per curiosità, per capire se potevo davvero farlo. Anche questa volta ho condiviso tutto con la mia bambina: le ho fatto ascoltare il brano, le è piaciuto, e insieme abbiamo deciso di inviarlo “per vedere che succedeva”.
Puro divertimento
Per me la musica è questo: divertimento puro. Anche se parlo di temi importanti e a volte dolorosi, la musica rimane un modo per esprimermi, per dire cose serie… magari facendo ballare chi ascolta.
L’età
Tutto questo sta succedendo a 60 anni, con tre figli e tre nipoti. E mi fa sorridere. È una ventata di felicità nella nostra vita, qualcosa di inaspettato. A volte penso: “se avessi avuto vent’anni di meno…” — e mi viene da ridere da solo.
L’obiettivo
Non ho grandi aspettative, se non quella di far sentire la voce dei papà “normali”, quelli tranquilli, che vogliono semplicemente fare i papà perché amano i propri figli. Siamo spesso messi nello stesso calderone con chi non si comporta da uomo né da padre — e questo fa male, perché sono proprio loro la causa dei problemi che molti di noi vivono.
Cosa vorrei
Vorrei solo che le persone stessero bene. Vorrei un mondo senza guerre, dove non siano i bambini — gli esseri più innocenti — a pagare il prezzo più alto. Vorrei che nessuno fosse costretto a vedere o vivere l’orrore. So che è un’utopia, ma sognare non costa nulla… e la musica, almeno, ci permette di continuare a farlo.
PH. Sartoriafotografica
















