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Pubblicato il Libro bianco sulla comunicazione europea

print06 febbraio 2006 11:28
Pubblicato il Libro bianco sulla comunicazione europea
(AGR) Comunicazione, intesa non solo e non tanto come informazione dall'alto, ossia dai vertici comunitari, verso il basso, i popoli, quanto come cultura del dialogo e della partecipazione, che dia maggiore voce e potere di influenza ai cittadini. Sono questi i presupposti da cui parte il Libro bianco sulla politica europea di comunicazione, presentato lo scorso primo febbraio a Bruxelles.

"La comunicazione è anzitutto e soprattutto una questione di democrazia: i cittadini hanno il diritto di sapere quello che fa l'Unione e perché. E hanno il diritto di partecipare pienamente al progetto europeo. La comunicazione sull'Europa non è soltanto una 'cosa di Bruxelles'. Le istituzioni dell'UE e gli Stati membri ora devono unire le forze". Queste le parole usate dalla Vice Presidente della Commissione Europea Margot Wallström, per annunciare l'uscita del Libro bianco sulla politica europea di comunicazione. La parola d'ordine è fare finalmente breccia "nei cuori e nelle menti dei cittadini", come ha sostenuto la stessa Wallström, ricordando che se finora l'Unione europea si è sviluppata come progetto e processo politico, lo stesso non può dirsi a livello di percezione nell'immaginario collettivo.

Emerge chiaramente la volontà di migliorare la percezione dell'Unione, obiettivo realizzabile solo se si riuscirà a spiegare con precisione, ma allo stesso tempo con semplicità e chiarezza, quali sono e a quali funzioni rispondono le istituzioni europee, riuscendo al contempo ad essere più ricettivi nei confronti dell'opinione pubblica. Più voce all'Europa istituzionale quindi, ma anche più ascolto, affinché d'ora in avanti l'identità e l'immagine europea possano divenire realmente un patrimonio condiviso dai milioni di persone che l'Europa la vivono e la animano.

È su questi pilastri che si regge l'impianto del Libro bianco, che fa seguito al "Piano d'azione della Commissione" - adottato nel luglio 2005 come proposta di riforma delle strategie di comunicazione e dialogo con i cittadini - e rientra nel più ampio quadro metodologico del "Piano D - Dialogo, Democrazia, Dibattito" della Commissione, che invita le istituzioni comunitarie e quelle locali a promuovere con maggiore impegno il cambiamento europeo.

Il tutto concentrandosi su cinque settori di intervento: la definizione di principi comuni sulle tematiche europee per le autorità di comunicazione; la partecipazione attiva dei cittadini; una maggiore collaborazione con i media e un rinnovato interesse per le tecnologie digitali e di rete; l'ascolto e infine la cooperazione. Piani concreti di intervento sui quali ci si impegnerà da subito, per riuscire entro sei mesi a capitalizzare una prima serie di risultati, con particolare riferimento alla raccolta di pareri, opinioni e suggestioni dei cittadini europei, dai quali partire per la redazione di specifici piani d'azione nei vari ambiti di governo e intervento delle istituzioni europee.

Una strategia d'azione globale e integrata, quindi, che si spera possa sopperire alla mancanza di iniziativa a livello nazionale; critica da cui l'Italia non può essere certamente esclusa. E mentre il gravoso ma assolutamente indispensabile lavoro di rilancio sulla comunicazione prende il via, già si fissano le tappe per effettuare i primi bilanci in materia. Momento cruciale sarà il 9 maggio, la Giornata della Festa dell'Europa, che sarà celebrata con una conferenza sul futuro dell'Unione, nella quale si porteranno a sintesi i risultati dei dibattiti condotti, da qui a quella data, nelle singole realtà nazionali.

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