Roma, concessioni impianti sportivi, serve più trasparenza

Il caso dello Stadio "Pasquale Giannattasio" ad Ostia è tra i più emblematici. E’ stato affidato alla Fidal nel lontano 2013 con una concessione annuale, dopo una prima proroga scaduta nel 2015 attualmente viene ancora gestito dalla stessa Federazione dell’atletica pur non essendo in possesso di un titolo regolare. Il canone annuo è pari a 51 euro e spiccioli a fronte di entrate presunte per l’affitto del campo e spogliatoi di migliaia di euro. La Nea rugby, ad esempio, dichiara di aver pagato un affitto di 40 mila euro l’anno per gli allenamenti e di circa 20 mila euro per l’uso delle docce. Andrea Bozzi, consigliere municipale del X Municipio, chiede chiarezza: “E’ necessario fare chiarezza sulla titolarità della concessione – afferma – ed è necessaria una trasparenza gestionale. Abbiamo chiesto di visionare il rendiconto della gestione ma sinora non ci è stato mostrato. In secondo luogo, bisogna ridefinire il canone della concessione e di definire in maniera chiara, ed una volta per tutte, gli impegni del gestore, la manutenzione del verde, ad esempio e la corrispondenza delel tariffe applicate a quelle che sono stabilite dal comune, ed infine, una maggiore apertura all’associazionismo sportivo del territorio”. Sulla questione interviene Svetlana Celli, v.presidente Commissione sport del Campidoglio: “La nostra è una battaglia per la trasparenza – spiega – non vogliamo accusare nessuno. Attualmente siamo dinanzi ad una sorta di ginepraio, difficile stabilire competenze ed obblighi del concessionario. Sarà, probabilmente la nuova legge sulle concessioni che darà alcune risposte ai nostri interrogativi, quello che chiediamo noi, adesso, è una moratoria dell’attuale situazione per dare un criterio prioritario a quegli impianti inutilizzati ed abbandonati al degrado”