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Lukaku e Martinez-Quarta: il pareggio è servito

Roma-Fiorentina 1-1

printDi :: 13 dicembre 2023 18:46
Lukaku e Martinez-Quarta: il pareggio è servito

(AGR) Dopo la 14ma giornata, la classifica indica che Inter e Juventus navigano a tutto vapore, rispettivamente al primo posto con 35 punti (Inter), e al secondo posto (Juventus) 33 punti. Le distanze tra le due battistrada e le inseguitrici al momento appaiono incolmabili e, di fatto, i posti disponibili per la Champions League si riducono a due. La Roma condivide la quarta posizione con il Napoli, a 24 punti, a un punto in meno dal Milan, terzo, e uno in più di Bologna e Fiorentina che incalzano rabbiosamente da presso. Una posizione che, forse, solo qualche settimana fa, sembrava fuori portata dei giallorossi, vista l’agguerritissima concorrenza, e che ora, invece, li fa guardare al futuro con un certo ottimismo. Inoltre, la sconfitta del Milan con l’Atalanta, fa sì che in casa giallorossa aumenti la consapevolezza di poter andare ancora più avanti in classifica.

Ma all’Olimpico è il turno della Fiorentina. Con le credenziali con le quali si presenta, la squadra viola è certo squadra da prendere nella massima considerazione. Tornata ai fulgori dell’alta classifica con l’avvento di Vincenzo Italiano alla sua guida tecnica, la Fiorentina è oggi squadra da considerare squadra top del nostro campionato e in Europa. Ben consapevole di ciò, e prevedendo una viola d’assalto, la Roma appronta fin da subito le sue contromisure, impolpando ben bene difesa e centrocampo, lasciando Dybala a svariare di qua e di là, avanti piazzando Lukaku come punto di riferimento fisso. La Roma va subito in goal, al 5’, con Lukaku: cross di Dybala all’altezza della trequarti difensiva viola, pallone che arriva al belga che manda in rete di testa. Da quel minuto, fino a fine tempo, non mancheranno occasioni, sia alla Fiorentina per pareggiare, sia alla Roma per raddoppiare, cosa che probabilmente, avrebbe chiuso la partita.

Ne annotiamo alcune di salienti: al 14’ Dybala, su cross di Zalewski, manda fuori, al 17’ è ‘Nzola a concludere, ma Rui Patricio blocca. Nel frattempo, l’ormai rituale pestaggio cui viene sottoposto Dybala stavolta appare più ‘scientifico’, più ‘mirato’ e ‘immediato’ e pure stavolta, pur svolgendosi sotto gli occhi dell’arbitro, tale Rapuano Antonio da Rimini, incredibilmente prosegue impunito, a tal punto che al 23’ il fuoriclasse argentino è costretto ad uscire. Quella di non far giocare Dybala, più con le cattive che con le buone, sembra essere la missione numero uno delle avversarie della Roma; succede praticamente da quando è alla Roma che l’argentino debba uscire anzitempo a causa delle botte che prende.

‘Senza Dybala, la Roma perde il 70-80% della sua potenza offensiva, e noi ne possiamo approfittare’: deve essere questo il concetto-base, l’input, che si materializza in campo con pestoni, schiaffoni, calcioni e randellate assortite puntualmente rifilate all’asso argentino. È successo, come noto, anche contro la Fiorentina Fortunatamente, sebbene ne rappresenti il fiore all’occhiello, il top, con la qualità complessiva di squadra e di ogni singolo componente della sua rosa che si ritrova, la Roma può giocare anche senza Dybala.

Entra il bravo Azmoun (che sarà sottoposto allo stesso trattamento del compagno, uscendo al 62’, sostituito da El Shaarawy) ma, di fatto, la forza offensiva della Roma cala di parecchio. Tuttavia, al 36’, Lukaku prova la ripartenza ma Kayode su di lui e ne vanifica l’iniziativa. La Fiorentina gioca; di sicuro, l’uscita di Dybala la fa più intraprendente: al 37’ potrebbe approfittare di un errore di Cristante che, all’altezza della propria trequarti difensiva cincischia sul pallone e poi inventa un passaggio indietro che potrebbe risultare letale per la propria squadra, se non fosse che proprio l’ex atalantino ci mette una pezza rimediando con un calcio di punizione che, fortunatamente per la Roma, non ha esiti. Le squadre si fronteggiano, a tratti la Fiorentina appare più spigliata.

La Roma, forse pensando già alla partita di coppa UEFA con lo Sheriff, gestisce il prezioso vantaggio e al 43’ riesce a procurarsi una buona occasione con Azmoun che su cross di Cristante, di testa manda oltre la traversa. Dal punto di vista estetico, non è stato un gran primo tempo: più che altro è stato giocato di fisico e a parte il pestaggio subito da Dybala, la prima parte della gara è sostanzialmente corretta. Di certo, non è mancata l’intensità.

È vero, e lo si è visto, che la Fiorentina è lì a vendere cara la pelle, ma la Roma, forte del vantaggio acquisito, non si è sbilanciata più del dovuto e ha fatto bene perché la viola con i suoi Biraghi, Bonaventura e Martinez-Quarta, è squadra pericolosissima, che se ti distrai ti castiga subito, essendo in grado di andare a rete in qualsiasi momento. Sicché, anche nel secondo tempo, avendo già in mente la prossima partita di coppa UEFA, la Roma continua col canovaccio del primo tempo.

Di contro, ci si aspetta una Fiorentina che tenterà il tutto per tutto pur di arrivare almeno al pareggio e poi…chissà. Le due sono squadre ben messe in campo. Naturalmente, con Dybala la qualità della Roma è superiore rispetto a quella dell’avversaria, ma senza l’argentino, viola e giallorossi sono più o meno alla pari. Va detto, tuttavia, che a favore della Fiorentina, nel complesso c’è una maggiore velocità di azione, in termini di dinamicità dell’azione, cosa che, a gioco lungo, potrebbe essere il suo asset decisivo, vincente. Questo è quanto andiamo ipotizzando dal punto di vista tecnico. Quanto poi alle motivazioni, tanto l’una che l’altra ne hanno da vendere: per la Roma, la vittoria vorrebbe dire andare a un punto dalla terza, il Milan, con tutto ciò che seguirebbe in termini di entusiasmo dell’ambiente.

Ma anche per l’altra, portare via il pareggio, sarebbe impresa non da poco, figuriamoci poi l’eventuale vittoria, che le farebbe scavalcare proprio la Roma e insidiare il terzo posto del Milan, peraltro apparso leggermente appannato in quest’ultimo periodo. Bene, le due rientrano e, come previsto, la Fiorentina si fa subito sotto con Ikonè, che al 48’, da buona posizione manda il pallone direttamente a Rui Patricio. Per qualche minuto la Roma subisce la foga viola, poi si scuote e al 52’ potrebbe raddoppiare con Mancini, che però si divora l’occasione. La gara va avanti su buoni ritmi: bella Roma e bella Fiorentina! Più che altro è battaglia nelle zone del centrocampo: le squadre si squadrano, si studiano, aspettano la mossa falsa, un qualsiasi sbilanciamento che permetta loro di lanciarsi nelle retrovie avversarie e piazzare la stoccata. Ci riesce, al 62’, Bonaventura, che dopo essersi sganciato arriva al tiro, ma il pallone incoccia la traversa. Siamo qui a chiederci se Rui Patricio sarebbe mai arrivato su quel pallone… Di lì a un minuto, al 63’, Zalewski interviene malamente su Kayodè, arriva il secondo giallo per il nazionale polacco che equivale al rosso. Il giallorosso abbandona il campo.

L’ingenuità del romanista è enorme perché mette la sua squadra in inferiorità numerica, cosa che contro questa brillantissima Fiorentina nessuno può permettersi. Infatti, di lì a un minuto, al 66’, arriva il pareggio viola: Martinez-Quarta, ricevuta palla, riesce a trovare l’angolo del secondo palo, là dove Rui Patricio non potrà mai arrivare. Di qui alla fine, la Fiorentina prende il sopravvento: è un susseguirsi di tentativi viola, che per ben due volte potrebbe passare: al 73’ con Nico Gonzalez – pallone che Rui Patricio manda in angolo – e all’82’ con Martinez-Quarta – con grande parata dell’estremo giallorosso sul velenoso colpo di testa dell’argentino, solo nominalmente un difensore, svolgendo, in realtà, funzioni di attaccante vero e proprio. Infine, ciliegina sulla torta: espulsione di Lukaku, all’86’, per il suo intervento, poderoso a dir poco, sul malcapitato Kouamè.

Si tenga presente che il belga pesa novantaquattro chili ed è alto centonovantuno cm, mentre il peso dell’ivoriano è di 70 chili, per un’altezza di centottantotto cm. Il rosso diretto non ci convince: una volta per tutte andrebbe chiarito cosa si intende per contrasto di gioco e fallo intenzionale di gioco. Lungi da noi il voler giustificare il fallo del romanista, appare chiaro che la differenza morfologica tra i due ha il suo peso. Si potrebbe arrivare ad ipotizzare, che, in futuro, ogni contrasto di Lukaku o di giocatori con la sua stessa stazza, apparirà falloso e sarà punito con il cartellino.

Bene, la partita si conclude sull’1-1: entrambe hanno grattato un punto al Milan. Senza togliere niente alla Fiorentina, che ce l’ha messa tutta, ma proprio tutta, per vincere, non ce la sentiamo proprio di unirci agli incensamenti e ai cori inneggianti piovuti sulla squadra viola dopo il pareggio all’Olimpico, anche da chi dovrebbe fare dell’imparzialità la sua bandiera. Evidentemente, e non lo scopriamo da oggi, c’è il giornalismo di serie a e quello di serie b.

Nel dopo-partita di Roma-Fiorentina ne abbiamo sentite delle belle e tutti, o quasi tutti, i commenti hanno concordato su un punto: la Fiorentina ‘doveva’ vincere, quasi insinuando che alla Roma ‘era andata bene’. A conti fatti, direi che è alla Fiorentina che ‘è andata bene’, perché ad un certo punto della partita, al 63’, si è trovata in superiorità numerica. Per quanto abbiamo visto, Zalewski non meritava né il primo né il secondo giallo. Vediamo: al 41’, Zalewski fa fallo su Ikonè, ma l’arbitro dà il vantaggio e non fischia, poi, chissà perché, torna sui suoi passi e ammonisce il giallorosso: incoerenza? Stato confusionale? Incapacità? Superficialità? Quello che vi pare, giudicate voi.

Sta di fatto che l’ammonizione, del tutto inutile, risulterà poi decisiva. Nel secondo caso, dal filmato dell’azione, sembra che sia proprio Kayodè a mettere la gamba, così ‘propiziando’ l’intervento conseguentemente scorretto di Zalewski. Comunque, a eventi ormai accaduti si può solo ipotizzare, congetturare: gli abbagli arbitrali restano, anzi, anche la Fiorentina ha il suo recriminare, quando il signor Rapuano – del quale ricordiamo, en passant, direzioni a senso unico, cioè a danno della Roma- non va al VAR a controllare un mani in area di Mancini.

Che nel calcio non ci sia controprova è un fatto assodato, da che calcio è calcio. A parità numerica, poteva succedere che la Fiorentina ne desse quattro alla Roma, ma poteva darsi anche il contrario. Non c’è controprova, appunto. Un ultimo appunto su questo pacchetto arbitrale, VAR compreso, che non vede rigori, lascia correre i pestaggi en plein soleil e non si accorge che, per buona parte della gara, il Signor Italiano Vincenzo, allenatore della Fiorentina, probabilmente prigioniero del pathos, è fuori della sua area di pertinenza, talvolta dando vita a improvvisati show con quel suo zompettare di qua e di là, o, più professionalmente, avventurandosi in passeggiatine alla fine delle quali scambia due chiacchiere con qualche suo giocatore, o ancora, sempre a fin di bene e involontariamente, s’intende, andando ben oltre, fin quasi a lambire la linea laterale del campo.

Maresca Fabio, quarto uomo, è lì, tra le due panchine, quindi non può non aver notato quei funambulismi. Andate a rivedere la partita e poi, se volete, ne riparleremo.

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