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Finale di partita con black out romanista: vittoria gettata via e tre punti alla Fiorentina

Fiorentina-Roma 2-1

printDi :: 30 maggio 2023 16:03
Finale di partita con black out romanista: vittoria gettata via e tre punti alla Fiorentina

(AGR) Fiorentina che parte subito bene e in dieci minuti si affaccia tre volte nei pressi dell’area giallorossa: con Jovis al 4’ ma il tiro è debole, con Ikonè che al 6’ lascia sul posto due avversari e costringe Smallling a spazzare in angolo, con Mandragora al 10’, ma il pallone, dopo averla sfiorata, va oltre la traversa. Un minuto dopo, all’11’, arriva il goal di El Shaarawy al termine di un’azione corale iniziata da Smalling che lancia lungo per Belotti, l’ex granata crossa preciso per la testa di Solbakken che a sua volta fa da torre per El Shaarawy, lì pronto ad anticipare tutti e mettere in rete. La Fiorentina metabolizza subito e si rifà sotto con Barak e Biraghi, ma la Roma controlla bene. Dopo un giallo a Saponara che entra male su Bove, la Roma ha l’occasione per raddoppiare ma la conclusione di Solbakken viene vanificata da Martinez Quarta che salva sulla linea. La partita va avanti a buon ritmo, ma è la Fiorentina ad apparire più intraprendente: iniziative di Biraghi al 27’ e Duncan al 30’ non hanno tuttavia esito, generando soltanto, al 32’, un giallo a Missori per intervento su Barak. Giallo che viene pareggiato, per così dire, al 43’ da Martinez Quarta per intervento troppo energico su Zalewski. Nel finale di tempo la Roma forza un po' i ritmi e al 44’ arriva al tiro con El Shaarawy, ma Cerofolini manda in angolo. Il portiere viola si ripete al 46’ deviando un tiro potente e pericoloso di Belotti. All’andata al riposo, il bilancio della Roma è più che positivo: vantaggio, tre occasioni da rete mancate per bravura avversaria e, quanto alla squadra, buona tenuta e piena concentrazione. Insomma, dopo i primi quarantacinque minuti, per la Roma sembra prospettarsi una giornata da tre punti.

Le squadre rientrano in campo con assetti diversi rispetto al primo tempo, in virtù degli avvicendamenti. Italiano manda dentro Terzic e Milenkovic al posto di Biraghi e Martinez Quarta, la Roma risponde cambiando Smalling ed El Shaaraey con Mancini e Celik: forse che Mourinho vuole campare la partita sull’1-0 fino alla fine? Al 50’, giallo a Venuti per fallo su Zalewski e qualche minuto dopo Jovic, da buona posizione, calcia indisturbato: brutto segnale per la squadra giallorossa, nonostante Mourinho abbia rinforzato la difesa togliendo addirittura El Shaarawy, che aveva disputato un ottimo primo tempo.

 
La partita va avanti con le due che cercano di sorprendersi. Di gioco non è che se ne veda tanto, ma in compenso arrivano un giallo per Solbakken al 58’ e la sostituzione di Wijnaldum con Cristante. L’olandese ha speso molto, Mourinho lo richiama optando per Cristante in funzione di copertura: è evidente che l’allenatore giallorosso pensa di portare via i tre punti cercando di capitalizzare al meglio il goal di vantaggio.

Da parte sua, Italiano capisce tutto e osa di più schierando, al 61’, Dodò e Sottil al posto di Venuti e Saponara, scelte che danno uteriore dinamismo ai viola. Si continua a giocare poco, ma al 64’ è la volta di Jovic a beccarsi il giallo. Al 70’, altra sostituzione Roma: altro difensore, Ibanez, al posto di un attaccante, Solbakken; da maestro di calcio qual è, Mourinho si è reso conto che la Roma sta entrando in riserva e allora più che cercare il raddoppio pensa a non prendere goal. A Firenze fa caldo: cooling break al 73’. Poi, al 76’ arriva il momento di Kouamè che entra al posto di Duncan.

La Fiorentina ha più energie, ma la Roma tiene bene e si avventura in avanti - Belotti al 77’, con giallo per Igor – ma senza esito. Nei minuti che seguono, la Fiorentina continua ad essere insistente: c’è un angolo viola pericoloso, con pallone che arriva a Kouamè, ma, fortunatamente per la Roma, l’attaccante ivoriano scivola e l’azione sfuma. All’80’, Mourinho decide di schierare Abraham per Zalewski: perché questa scelta arriva proprio adesso? Il londinese appare lontano, quasi irraggiungibile, controllato a vista da almeno tre viola: cosa mai potrebbe fare? In effetti, la mossa non è proprio tempestiva: a questo punto della gara meglio mettere dentro un altro mediano, che di quelli alla Roma non ne mancano. Mourinho, in panchina, non appare soddisfatto di come si sono messe le cose: ne ha ben donde visto che la Fiorentina ha aumentato i giri e la Roma è meno brillante rispetto a quella vista nella prima parte.

Come da prassi ormai consolidata, all’83’, immancabile e ormai canonico, arriva il giallo anche per Mourinho: ancora una volta, non appena il mister giallorosso si alza dalla panchina, anche se si trova dall’altra parte del campo, l’arbitro di turno corre a perdifiato verso di lui, e, trafelato e ansante, gli sbatte in faccia il cartellino giallo. Mah! Le motivazioni dei provvedimenti ci appaiono risibili. Non si può ammonire uno perché non digerisce un fallo fischiato o non fischiato, o per altre sciocchezze simili: ci si chiede cosa ci stia a fare il quarto uomo. Chissà, un giorno ce lo spiegheranno, semmai dovessero riuscirci. Abbiamo visto, e sicuramente ne vedremo in futuro, allenatori che protestano, a volte anche vivacemente e con linguaggio colorito, ma ben di rado ne vediamo qualcuno che, scuro in viso, si avvia verso gli spogliatoi anticipatamente. Se la protesta viene fatta magari in modo accalorato ma usando un linguaggio pulito, riteniamo che si possa anche soprassedere al cartellino.

Mourinho, più volte è stato ammonito perché fuori dallo spazio allenatori: ora, ancora, immagini che provengano da partite giocate nei nostri patrii lidi o chissà dove, in passato come oggi, hanno mostrato, mostrano e in futuro ne mostreranno ancora, allenatori che zompettano, ballano, si sbracciano correndo convulsamente da una parte all’altra dello spazio loro spettante, ma né l’arbitro, né i suoi assistenti, né il quarto uomo, né tantomeno il pacchetto VAR, accennano a mettere mano a cartellini o a segnalare l’infrazione all’arbitro. Per realizzare la messa in scena dei loro bizzarri balletti, talvolta frammisti a urlacci e suoni del tutto incomprensibili che hanno ben poco di umano, il più delle volte quegli allenatori finiscono con i piedi, in tutto o in parte, fuori delle linee che delimitano il recinto, non di rado toccando la linea laterale del campo. Sono performance che gettano solo discredito sui loro autori, ma, cosa ben più grave, rimangono impunite. In sostanza, ciò che per diversi allenatori è prassi costante (proteste anche vibranti, balletti strani eccetera) a Mourinho non è permesso.Per il portoghese, evidentemente, viene applicato un altro regolamento, sconosciuto ai più. Dal momento che la cosa è sistematica, cioè che si ripete praticamente ad ogni partita, viene da pensare che nei confronti del lusitano ci sia prevenzione, forse pregiudizi di cui non riusciamo a capire gli intendimenti.

Sta di fatto che a seguito dell’ultimo giallo comminatogli del tutto fuori luogo in Fiorentina-Roma, vista la sostanziale correttezza con la quale la partita si stava svolgendo, nell’ultima di campionato Mourinho non sarà in panchina. Un provvedimento, aggiungeremmo noi, di una severità del tutto gratuita, che sconcerta non poco, e che, vista la sua alta frequenza, in tanti tifosi potrebbe introdurre il concetto di persecuzione.

La partita prosegue e due minuti dopo, arriva il pareggio della Fiorentina: all’85’ c’è un cross di Kouamè, pallone a Mandragora che fa da sponda per Jovic che arriva velocissimo sul pallone e insacca. Non passano tre minuti che i viola vanno in vantaggio: è l’88: cross di Terzic, sponda per Kouamè che la spinge dentro senza problemi. Nell’ultima parte dell’azione abbiamo intravisto il portiere giallorosso Svilar e Ibanez lì nei pressi: rimane un mistero cosa ci stessero facendo là, ma soprattutto cosa stessero pensando. Mah! 

Roma beffata nel finale, dopo una partita ben gestita, portata avanti con accortezza tattica. Peraltro, non è che la Roma potesse scegliere una gara arrembante, viste le assenze di rilievo cui ha dovuto far fronte, la scarsa condizione fisica di diversi suoi giocatori, ma, soprattutto, visto l’impegno che l’attende, la finale di Coppa Uefa Europa League, impegni sull’altare del quale la squadra giallorossa ha probabilmente sacrificato quest’ultima sua striscia di campionato

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