Roma, protesta davanti Montecitorio per il "Porcellum"

La Questura di Roma, inspiegabilmente, invece, notificava al Movimento Liberazione Italia il divieto di manifestare in tutte le piazze di Roma, a soli tre giorni dalla data fissata, quando già tutto era stato organizzato ed era impossibile avvertire le tante persone, che avevano dato adesione. In data 11 settembre 2017, il movimento si è comunque riunito al cinema “Capranichetta”, sottoscrivendo con l’unanimità dei convenuti l’intento e l’azione del Movimento Liberazione Italia, mediante un atto pubblico di diffida ad adempiere indirizzato al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, disponendo l’immediato scioglimento delle due Camere, con relativa messa in mora, fissata entro e non oltre 30 giorni dalla data di notifica.
L’atto di diffida, infatti, è stato regolarmente consegnato dal Presidente del Movimento – Generale Antonio Pappalardo – nelle mani dell’autorità responsabile dell’ordine pubblico della piazza.
Si stima che quel giorno siano accorse a Roma almeno tremila persone, costrette a muoversi per tutta la giornata lungo un anello attorno a palazzo Montecitorio, per evitare assembramenti non autorizzati ed al fine di dimostrare l’intento assolutamente pacifico dell’adunanza, evidente anche dalla presenza di bambini e donne in stato di gravidanza.
Qualora il Presidente della Repubblica in carica non avesse ottemperato alla citata sentenza della Consulta, della quale peraltro è co-firmatario, poiché a suo tempo membro della stessa, l’MLI aveva deciso di ritornare a Roma in piazza Montecitorio, il giorno 10 ottobre (oggi, appunto…) senza chiedere alcuna autorizzazione al riguardo e presidiare per protesta la piazza, fino a quando non fossero state sciolte le Camere, come disposto nell’atto notificato.