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Roma Capitale, in ritardo il secondo decreto

print23 settembre 2011 15:05
(AGR) Pietro Sbardella, presidente della prima commissione affari statutari e regionali, in occasione della festa UDC dell'VIII municipio è intervenuto al dibattito su Roma Capitale dichiarando :"Come ho avuto modo di direqualche giorno fa alla stampa, circa il secondo decreto che dovrebbe porre in essere il nuovo assetto istituzionale di Roma, non ci sono ancora elementi certi; e intanto il tempo comincia ad essere sempre più risicato". "Ma quello che più mi preoccupa" - ha proseguito non mi sembrasussistere il necessario clima di collaborazione politica e istituzionale per portare avanti una riforma così importante.">"La Lega, partito di governo e scuderia del ministro che dovrebbe dare il via a questo secondo decreto, invece che di riformetira fuori il vecchiotormentone della secessione; Poi dobbiamo tener conto della questione della abolizione delle province -tema strettamenteconnesso alla riorganizzazione del distretto capitale - per non parlare della continua riduzione dei fondi messi a disposizione per gli enti locali.Insomma sembriamo non ancora vicini ad una soluzione per la nostra città, per la capitale d'Italia.">

"Mi auguro che - prosegue ancora Pietro Sbardella - nonostante il rovente clima politico nazionale si riesca ad invertire la rotta in tempi brevi ed utilizzare l'opportunità di Roma Capitale per risolvere i concreti problemi di molti cittadini, come ad esempio di quei 900mila pendolari quotidiani che si spostano fra Roma e gli altri territori regionali. Roma capitale deve servire per costruire una rete di servizi più larga ed efficiente, avvicinandoai cittadini - in senso fisico e politico - i centri decisionalieamministrativi secondo i principio di vicinanza e sussidiarietà che sempre devono ispirare questo tipo di riforme.Spero vivamente che - conclude Sbardella - non si sprechi tempo chiudendo un secondo decreto che rimanda tutte le decisioni e chesi possa entrare, quanto prima, nel merito delle proposte avanzate dal ministro competente.">

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