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Il capello di carta al Manfredi

print29 ottobre 2018 10:31
Il capello di carta al Manfredi
(AGR) Dalla penna di Gianni Clementi, per la regìa del nostro direttore artistico Felice Della Corte, va in scena Il cappello di carta. Opera divertente ed emozionante, in un allestimento inedito e affascinante, che vede in scena uno spaccato della Roma degli Anni Quaranta, alle prese con la guerra.Un’ora e mezza incollati alla poltrona, con gli occhi fissi al palcoscenico. Un’ora e mezzo di magia del Teatro fino al 4 novembre.“Il Cappello di carta”, che non è altro che il classico cappello dei muratori, è ambientato tra l’estate e l’inizio dell’inverno del 1943 e narra la storia, in un modesto interno della periferia romana, di una famiglia operaia, immigrata dalla Sicilia da anni.

La vicenda, con un dialetto siculo - romano, vede protagonisti Carlo, un nonno autoritario, muratore in pensione ed un pò svanito, il figlio Leone che ha ereditato da lui il mestiere di muratore, la nuora Camilla che non sopporta più le stranezze del vecchio, la figlia Anna, vedova e in cerca di sistemazione, il nipote Candido che vorrebbe far altro invece che sporcarsi con la calce, la nipote Bianca alle prese con la stagione dell’amore ed il suo pretendente Remo, amico a sua volta del fratello.

Battute esilaranti, di estrema semplicità e tanto realismo caratterizzano la prima parte dello spettacolo, che presenta il nucleo familiare che convive nel modesto interno della Roma degli anni Quaranta. Nel primo atto si definiscono i caratteri, le attese, le tipologie di uomini e donne diverse e legati ognuno alla propria generazione, si scontrano e si mettono a confronto, condividono o contrappongono i loro piccoli “drammi” e il loro sogni, semplici ma importanti e motivo di discussione o di svago diventa anche come si costruisce col giornale un cappello da muratore. Nella seconda parte cambia il ritmo ed il tono della vicenda e si passa ad una fase di “immobilità” in cui si percepisce l’impotenza dei protagonisti di fronte ai fatti che accadono fuori dallo loro vita domestica, ai quali assistono e che riportano nei loro drammatici racconti, sino al finale che lascia attoniti, che commuove.

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