La caciotta diventa bilingue

07 ottobre 2009 12:19

Luca Zaia, Ministro delle Politiche Agricole
Radicio de Treviso, mulignana, fresella, strascnat. Alla maggioranza degli Italiani questi nomi non diranno molto ma, dal 2010, dovremmo conviverci un po’ tutti. Così tra gli scaffali del supermercato ci capiterà di imbatterci in un pacco di malloreddus, per i profani gnocchetti sardi, e dal panettiere ci verrà più spontaneo chiedere della fugassa, invece della solita focaccia ligure. Bilinguismo,dunque, ma solo a tavola.
Non si tratta della riforma sui dialetti nelle scuole, invocata dalla Lega Nord, bensì di un’idea del Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, che è intenzionato ad “utilizzare il nome locale dei prodotti tipici che racchiudono in sé la storia del territorio”. La proposta di Zaia si rivolge alla tavola ed alla televisione: “Anche il più importante mezzo di comunicazione dovrebbe adottare il principio del bilinguismo, ad esempio utilizzando i dialetti nei reality e nei talent show”.
Un appello ai conduttori di questi programmi affinché parlino e lascino parlare i concorrenti nella lingua del loro territorio. “Questi format – continua Zaia – sono un canale formidabile per trasmettere la cultura e gli idiomi dialettali ai giovani visto che il pubblico che li segue è per lo più under 35.
I reality potrebbero andare incontro alla loro funzione educativa”. Dal 2010, quindi, gli Italiani potrebbero gustarsi comodamente una mozzarella di bufala, rigorosamente sottotitolata in napoletano, mentre dalla tivù Simona Ventura ci parla in bolognese.
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