Easy rider all'Ecomuseo

Interpretati da Peter Fonda (figlio del celeberrimo Henry e co-produttore della pellicola) e da Dennis Hopper (anche sceneggiatore e regista del film), i due motociclisti di Easy rider rappresentano un’icona per la libertà, l’anticonformismo, l’antimilitarismo che si sarebbe fatto spazio di lì a poco in un’America già impegnata nella sanguinosa guerra del Vietnam.Terzo imprescindibile personaggio del film è l’avvocato alcolizzato George Hanson, interpretato da un fantastico e divertentissimo Jack Nicholson che, per questa parte, ricevette la nomination all’Oscar come attore non protagonista e vide impennarsi decisamente uan carriera che lo perterà negli anni successivi a lavorare con i migliori registi del mondo come Stanley Kubrick, Elia Kazan, Milos Forman, Roman Polanski e il nostro Michelangelo Antonioni.
Easy rider è anche il momento più alto della Nuova Hollywood, o almeno così venne chiamato un nuovo modo di produrre, film sulla carta rischiosi, ma dal budget modesto e dalle tematiche che andavano ad incontrare il gusto di una fetta di pubblico fino a quel momento ignorata e cioè quell’ampio settore delle così dette culture giovanili. Ebbene, questo capolavoro produttivo (il film incassò moltissimo, vinse premi ed è oggi un titolo di culto) si deve a Bert Schneider, allora giovane produttore esecutivo formatosi con geniali sit-com televisive (come I Monkees) e protagonista di successivi film di culto degli anni Settanta come Cinque Pezzi Facili e Un Posto Tranquillo, entrambi interpretati dallo stesso Nicholson.Schneider è scomparso da pochi mesi, e questa proiezione è soprattutto un modo per ricordare chi, come lui, pur muovendosi “dietro le quinte” di Hollywood ha contribuito a cambiare il cinema e reinventare il modo di produrlo.