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8 ottobre, l’Accademia Filarmonica Romana ospita il concerto multimediale Spazio Liminale (Liminal Space).

L’8 ottobre concerto multimediale alla Sala Casella della Filarmonica Romana con la musica e le video installazioni. Una prima assoluta di sedici artisti internazionali grazie alla collaborazione con l’Università Tor Vergata, tre università americane e il Conservatorio Santa Cecilia.

printDi :: 05 ottobre 2022 14:52
Adam Vidiksis

Adam Vidiksis

(AGR) Sabato 8 ottobre l’Accademia Filarmonica Romana ospita il concerto multimediale Spazio Liminale (Liminal Space). La Sala Casella (via Flaminia 118, ore 19.30) si anima di musica e video installazioni grazie a un progetto internazionale che la vede accanto all’Università degli Studi Tor Vergata, le tre università americane California - Irvine, California - Berkeley e Temple University – Filadelfia, e il Conservatorio di Musica Santa Cecilia.

Sul palco tre musicisti apprezzati interpreti del repertorio della musica d’oggi - Dan Flanagan violino, Francesco Prode pianoforte, Adam Vidiksis percussioni - che eseguono prime assolute di sedici compositori di diverse generazioni, nazionalità e percorsi artistici, avvalendosi dell’apporto dell’elettronica e di video d’artista, a cura di John Crawford (video artist director), Riccardo Santoboni (live electronics), Giovanni Costantini (regia del suono) con la collaborazione della coreografa Lisa Naugle per I movimenti coreografici dei video.

 
Ad accomunare questi lavori, è l’essere stati prodotti tutti durante la pandemia, evento che ha messo in crisi ogni scala di valori. I compositori e video-artisti esprimono il proprio modo di affrontare la realtà durante la pandemia, rendono partecipi il pubblico di nuove o differenti consapevolezze e prospettive e mostrano la personale resilienza, attraverso il linguaggio dei suoni, della danza, del video.

“In antropologia – spiega Riccardo Santoboni, fra i compositori in programma e fra i curatori del progetto –, la ‘liminalità’ è la qualità dell'ambiguità o del disorientamento che si verifica nella fase intermedia di un rito di passaggio, quando i partecipanti non mantengono più il loro status pre-rituale, ma non hanno ancora iniziato la transizione allo status che avranno quando il rito è completato. Di solito la liminalità è il momento più creativo: infatti i partecipanti tendono ad adattarsi alla nuova situazione attraverso la resilienza”.

Da questa condizione, dunque, nascono le sedici nuove composizioni, fra cui ricordiamo quelle degli italiani Giovanni Costantini, Maurizio Gabrieli, Davide Remigio, affiancate a quelle dell’inglese Malcolm Dedman, la coreana Chan Ji Kim, la russa Rushaniya Nizamutdinova e molti altri.

Il secondo appuntamento della settimana sarà con la settima edizione del Festival Un Organo per Roma in collaborazione con la Camerata Italica. Domenica 9 ottobre (ore 18,30 ingresso libero) la Sala Accademica del Conservatorio di Musica Santa Cecilia (via dei Greci 18) ospita il quinto concerto in programma, “Schumann, l’organo per la gioventù”, un viaggio musicale e letterario con Pino Insegno, voce recitante, attraverso l’Album per la gioventù e le lettere dal manicomio che Schumann scrisse alla moglie Clara prima di morire. Ideazione e testo di Vincenzo De Vivo. All’organo e al pianoforte Giorgio Carnini. “L’Album per la gioventù – racconta Vincenzo De Vivo - viene evocato da Schumann nella sua prima lettera a Clara dal manicomio di Endenich. È associato al pensiero delle sue figlie più grandi, che fanno progressi al pianoforte attraverso lo studio di Beethoven e di Mozart e la pratica delle composizioni paterne: quella raccolta di pezzi brevi, che doveva avere valore didattico e morale per le nuove generazioni, sembra divenire un “lessico famigliare” che unisce un padre lontano ai suoi figli. Le lettere di quel carteggio irregolare ma continuo, che tenta di superare l’abisso che divide Robert e Clara, non soltanto per la distanza che separa Düsseldorf da Endenich, sono tutto quello che ci resta del dialogo tra i coniugi tra il settembre 1854 e il maggio 1855”. Poi il silenzio, fino 29 luglio 1856, data della scomparsa di Robert.

foto da comunicato stampa

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Dan Flanagan
Francesco Prode

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