Ostia non è mafiosa...ma serve un progetto concreto per il rilancio e la valorizzazione, dalla protesta civica l'humus per il cambiamento
Dalla protesta spontanea di via delle Azzorre l’unità dei partiti suggerisce che i tempi sono maturi per cambiare passo, per respingere la mafia è necessario prima di tutto migliorare la qualità della vita dei cittadini, offrire servizi, garantire sanità e istruzione, far funzionare ospedale e treni


La manifestazione in via delle Azzorre ph credit Pino Rampolla
(AGR) Un’attentato ad una palestra di Ostia è stato l’occasione, ieri sera 11 luglio, in via delle Azzorre per una protesta civica, l’ennesima, contro le presenze mafiose sul litorale romano. Ieri sera, come annunciato, si è svolto un flash mob delle forze di sinistra, tutte unite, per dire: “No….. alla Mafia”, uno slogan che è diventato un letit motiv, uniti contro la mafia, ma la mafia, quella vera dov’è…..? Di sicuro è nascosta nel malgoverno, nelle disfunzioni di un sistema dove è difficile riconoscersi, Ostia non è mafiosa, affermazione che ci trova d’accordo a priori, che non si può non condividere, ma alla quale è difficile dare un seguito.La qualità della vita sul litorale romano è soddisfacente per quanto riguarda il rapporto con l’ambiente circostante, dopo qualche mese trascorso in riva al mare è difficile riabituarsi e tornare a Roma. Il fascino di Ostia resta, ma l’immagine diventa sempre più opaca.
Fare un semplice certificato non è facile, figuriamoci una CI elettronica, ho conosciuto persone che in pochi giorni in altre città del Lazio l’hanno rinnovata, senza lunghe attese, senza file assurde. Invece ad Ostia, bisogna fare la fila, bisogna avere la pazienza e la fortuna di attendere il proprio momento, le risposte tardano ad arrivare ed errori stupidi di trascrizione negli uffici diventano ostacoli insormontabili per la certificazione richiesta.
Il presidente Mario Falconi ha sempre ripetuto che Ostia non poteva gestire gli arenili, che non c’era il personale, che servivano fondi e personale che il X Municipio non aveva e non poteva avere. Invece il Campidoglio si? Sembra di no se oggi siamo ancora a questo punto, sul futuro delle spiagge e da chi saranno gestite non si sa ancora nulla, sulle nuove concessioni c’è l’ombra dei ricorsi, anche il comune non ha il personale sufficiente? Non si poteva iniziare prima? Una volta si iniziava a parlare di stagione balneare già ad ottobre, ora a febbraio-marzo, non è troppo tardi?
Ostia può divenire “mafiosa” (ma accade anche in altri quartieri romani) se per mafia si intende la richiesta del classico favore per ottenere risposte dagli uffici, quando bisogna andare a rinnovare un documento e si cerca l’appoggio di qualche impiegato amico. Ancora di più quando vai in ospedale per curarti e ti senti ripetere che per sottoporti a quel controllo dovrai aspettare, se tutto va bene, mesi. Eppoi ci sono i servizi. Andare a Roma è diventata un’Odissea. Il tempo di percorrenza, di cui non si può essere sicuri, supera i 40 minuti perché sono aumentate la stazioni ma i treni sono rimasti gli stessi, anzi sono diminuiti. Le scale mobili? I continui ritardi, i guasti, i salti di corse…..? Una volta con treni vecchi si impiegava mezz’ora, oggi non si sa. Come si può programmare una giornata partendo da queste premesse?
Dalla nota dei gruppi consiliari M5S, PD, AVS e DEMOS del Municipio Roma X che annunciava la protesta d ieri sera in via delle Azzorre leggiamo: “La lotta alla criminalità organizzata non è solo repressione: è una battaglia culturale e sociale che riguarda ciascuno di noi. È nel coraggio di alzare la voce, nell'impegno quotidiano, nell'educazione delle nuove generazioni e nella denuncia di ogni forma di sopruso che costruiamo una comunità più giusta e sicura. A pochi giorni dalla ricorrenza dell’eccidio di Paolo Borsellino e della sua scorta (19 luglio 1992), le sue parole restano più attuali che mai: “La mafia uccide, il silenzio pure.” Il silenzio non è un’opzione. Ostia non si piega. Ostia reagisce”
Dalla protesta spontanea di via delle Azzorre l’unità dei partiti suggerisce che i tempi sono maturi per cambiare passo, per respingere la mafia è necessario prima di tutto migliorare la qualità della vita dei cittadini, offrire servizi, garantire la sanità e l’istruzione, promuovere lo sport e l’impegno civico, far funzionare gli ospedale ed i treni, garantire la pulizia di mare e fiumi, combattere il degrado, sostenere l’azione delle forze dell’ordine e della Magistratura, poi la Mafia non ci sarà più