Zaccai: sconcertante aumento di morti dopo l’arresto
(AGR) ( AGR ) Morire in carcere. Ovvero, storie di – sospetta - "mala giustizia". L’ultimo drammatico caso salito agli onori della cronaca riguarda Cristian De Cupis, romano, 36 anni, residente al quartiere Garbatella di Roma, deceduto in circostanze “misteriose” dopo essere stato fermato il 9 novembre alla stazione Termini per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.Questa la scarna cronaca dei fatti prima del tragico epilogo. Condotto al pronto soccorso dell’ospedale Santo Spirito l’uomo, che presentava delle escoriazioni sulla fronte, avrebbe riferito ai medici di essere stato percosso dagli agenti della Polfer che lo avevano arrestato e che per questo avrebbe anche sporto denuncia. Ilgiorno successivo, 10 novembre, De Cupis venivatrasferito - in ambulanza e scortato dalla polizia - nella struttura protetta dell’ospedale Belcolle di Viterbo per essere sottoposto a tutti gli esami di rito, compresa una Tac.
Il giorno seguente, 11 novembre, il giudice gli avrebbe convalidato il fermo e disposto gli arresti domiciliari non appena dimesso dal nosocomio ma la mattina del 12 novembre Cristian De Cupis muore. I familiari?Sarebbero stati avvertiti dell’arresto soltanto dopo l’avvenuto decesso. Una tragedia consumata nello spazio di 72 ore. Il 36enne, hanno riferito coloro che lo avevano incontrato durante i giorni del ricovero, “...era parso a tratti agitato e a tratti lucido”, comunque non in condizioni che potessero far immaginare una morte improvvisa.
Il nuovo caso di morte sospetta è stato immediatamente denunciato da Pier Paolo Zaccai, consigliere della Provincia di Roma nonché presidente del Movimento nazionale Italia garantista.
“E’ sconcertante quello che sta accadendo”, dichiara il presidente Zaccai: “sembra ci sia un’impennata verticale di casi di uomini che muoiono nelle mani della polizia successivamente all’arresto. Ci domandiamo quale valore abbia la vita umana. Una volta accertate le eventuali responsabilità del decesso”, prosegue “il Movimento Italia garantista chiederà punizioni esemplari nei confronti degli autori del pestaggio”.
“La quantità di questi casi è diventata esasperante e la colpa è di una certa magistratura che archivia con troppa leggerezza garantendo l’impunità e determinando così un clamoroso vuoto di giustizia”, afferma il presidente Zaccai. “Le colpe”, puntualizza, “sono altresì riconducibili all’assenza delle istituzioni che favoriscono forme di giustizia sommaria, dicarattere medievale, del tipo “legge del taglione”, non consentendo l’applicazione del principio retributivo della pena”.