Stefano Siringo e Iendi Iannelli sono stati assassinati

05 dicembre 2011 08:25
(AGR) ( AGR )Svolta nelle indagini sulla morte di Stefano Siringo eIendi Iannelli,uccisi nel 2006 a Kabul, in Afghanistan, da una dose di eroina purissima. Da quanto sarebbe emerso a distanza di anni, i due non sono morti per overdose volontaria ma sono stati assassinati.A dare un input decisivo all’inchiesta sulla morte deidue cooperanti italiani è stato mercoledì 30 novembre il gip Rosalba Liso che, dopo averrespinto l'ennesima richiesta di archiviazione avanzata dal pm, LucaPalamara, attuale presidente dell’Associazione nazionale magistrati, ha ordinato un nuovo supplemento di indagini e l’apertura di un fascicolo contro ignoti in cui si ipotizza il reato diomicidio. Secondo il giudice,esisterebbero infatti sufficienti elementi perritenere che Siringo eIannelli siano stati assassinati per averscoperto un giro di falsefatturazioni tra agenzie dell'Onu impegnate in Afghanistan. La coraggiosa decisione del Gipmette così definitivamentefine alla ricostruzione effettuata subito dopo il ritrovamento dei duecadaveri,secondo la quale Siringo e Iannelli, descritti come due tossicodipendenti, sarebbero morti dopo essersi iniettati la droga da soli.“Esiste una magistratura che ci piace”, dichiara l’on. Pier Paolo Zaccai, presidente del Movimento nazionale Italia garantista, nonché consigliere della Provincia di Roma. “Una magistratura che ci fa ricordare grandi personalità del passato che hanno utilizzato il loro ruolo cercando di garantire giustizia sociale. La solerzia di questi giudici fa tornare nell’uomo qualunque la speranza e la fiducia che ci possa essere giustizia”, sottolinea Zaccai plaudendoal lavoro del gip Rosalba Liso che si è contraddistinta anche per aver fatto emergere la verità sul caso Cucchi nella cui vicenda gli autori del grave delitto per nascondere e coprire l’omicidio compiuto raccontavano e relazionavano che i traumi riportati derivavano da testate volontarie e spontanee che Stefano Cucchi avrebbe dato contro la parete del muro e che si era lasciato morire rifiutando di alimentarsi e di bere acqua all’ospedale Pertini. “Una narrazione sconcertante sostenuta dai falsi ideologici riportati nella cartella medica di Cucchi: dobbiamo fermare questo scempio. L’opinione pubblica deve reagire”.Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti