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Roma, occupazioni abusive

print12 novembre 2015 18:05
(AGR) Da due anni, nel silenzio totale delle istituzioni, decine di immigrati si sono impossessati con la forza di un edificio privato nel centro della capitale, sul quale insistono dei vincoli della soprintendenza comunale ai Beni architettonici e paesaggistici, che stava per essere riqualificato grazie a un programma che avrebbe messo in moto un volano economico importante. Il palazzo è stato realizzato negli anni 50 su progetto degli architetti Aldo Della Rocca, Ignazio Guidi, Enrico Lenti e Giulio Sterbini. È grande quanto un isolato: 32mila metri quadrati su 11 livelli, di cui 9 fuori terra. Il prospetto principale, sul quale spicca un fregio bronzeo (Lavoro dei campi) di Pericle Fazzini, si trova su piazza Indipendenza, accanto al Consiglio superiore della Magistratura e di fronte agli uffici dell’Avvenire. Gli altri lati si affacciano su via Curtatone, dov’era l’ingresso, su via Goito e su via Gaeta. Le ambasciate tedesca e russa sono a due passi. I ministeri della Difesa e dell’Interno sono raggiungibili a piedi. La posizione è strategica. Il palazzo sorge nei pressi della stazione Termini, tra le fermate delle Metro A e B. Era un edificio innovativo negli anni 50 e lo sarebbe tuttora. Fu costruito come sede della Federconsorzi. È dotato di garage interrato e di un auditorium. Una sezione dell’immobile ospita una collezione di reperti paleontologici. Ma ora bisogna parlare al passato. In quanto da due anni nulla più si sa di cosa sia rimasto al suo interno. L’edificio, di proprietà del fondo Omega e gestito dalla IdeaFimit sgr, è stato affittato alla società Sea. Al momento dell’occupazione abusiva stava per essere oggetto di lavori impellenti di manutenzione agli impianti e agli ascensori e di verifica dell’integrità strutturale. Una fase necessaria alla riqualificazione generale del complesso, che avrebbe generato lavoro e dato vita a un volano economico importante nell’ambito dei servizi e del relativo indotto. Dal 12 ottobre del 2013, da quando cioè palazzo Curtatone è stato occupato abusivamente, sono scattate le denunce e le segnalazioni alle autorità preposte. La prima, il 17, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma. E poi alla Questura, al Campidoglio, alla Soprintendenza capitolina, al Municipio, alla Asl Roma A, ai Vigili del fuoco, all’Agenzia regionale protezione ambientale. Un appello è stato lanciato al ministro dell’Interno Angelino Alfano.   

 

Nulla è accaduto, se non che i “nuovi residenti” hanno installato delle parabole all’ultimo piano per vedere meglio la tv. Chi possa entrare e pernottare nel palazzo, lo stabiliscono solo gli occupanti. Non esiste controllo. È una sorta di porto franco nel centro della capitale, in posizione strategica, come detto, e tutto questo alle porte del Giubileo, quando si parla tanto di sicurezza. “È una situazione paradossale, in questo caso il diritto sembra funzionare al contrario. La proprietà e il fare impresa non sono tutelati. Siamo disperati. Nessuno ci ascolta. Poi ci lamentiamo della crisi, quando un immobile che potrebbe creare nuovo lavoro, viene occupato da immigrati di sconosciute generalità ai quali dobbiamo pure pagare i servizi, circa 45mila euro di acqua e luce a bimestre”, ha dichiarato Annalisa Bianchi, portavoce della società Sea.Accade a Roma, sotto gli occhi delle istituzioni, nell’indifferenza generale.

 

 

 

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