Ostia, Tribunale ancora a rischio
(AGR) La questione del Tribunale di Ostia non è ancora risolta. Continuano infatti le procedure di trasferimento degli uffici, nonostante le decisioni del TAR Lazio che aveva sospeso i provvedimenti emanati dal Presidente del Tribunale di Roma, ufficio “accorpante”. Oggi, chiudere il presidio di giustizia sul litorale romano, caratterizzato da infiltrazioni criminali e mafiose, con porto ed aeroporto crocevia del traffico di stupefacenti, purtroppo quotidianamente all’attenzione della cronaca giornalistica e televisiva, significa dare avvio ad un grave “arretramento” dello Stato, producendo un senso di abbandono del territorio e vanificando il servizio Giustizia quale servizio di prossimità al cittadino. La chiusura della sezione di Ostia, com’è noto, porterà al definitivo collasso anche l’intero “sistema” giustizia di Roma Capitale. Se lo scopo della riforma delle circoscrizioni giudiziarie era quello di >tagliare i rami secchi e improduttivi del sistema non si vede perché si debba iniziare a tagliare un ramo vitale come quello di Ostia. Bisogna pertanto rimediare al più presto. In tale direzione è stato presentato ricorso al TAR Lazio contro i provvedimenti organizzativi del Presidente del Tribunale di Roma Mario Bresciano adottati per l’accorpamento della sezione di Ostia. Attualmente pende il giudizio innanzi al TAR Lazio. Il TAR Lazio in via cautelare aveva comunque già sospeso i provvedimenti adottati ed ha ritenuto rilevante le plurime questioni di illegittimità costituzionale sollevate in ordine alla chiusura di Ostia ed ha adottato ordinanza di rimessione degli atti alla Corte Costituzionale che, allo stato attuale, non ha ancora calendarizzato l’udienza per decidere sulle questioni di illegittimità costituzionale. Pertanto, in attesa delle determinazioni della Corte Costituzionale, essendo “sub iudice” la controversia sulla chiusura della sezione distaccata di Ostia, nessun provvedimento pregiudizievole del funzionamento degli uffici giudiziari di Ostia avrebbe dovuto essere adottato. Si arriva alla recente circolare del Luglio 2013 emanata dal CSM per disciplinare l’accorpamento dell’organico degli uffici giudiziari soppressi, per il cui effetto, saranno adottati ulteriori provvedimenti organizzativi “ad horas” che smisteranno i fascicoli processuali su Roma sede centrale e trasferiranno i magistrati della sezione, nonostante la sospensiva del TAR Lazio, e ben prima del 13 settembre e ben prima che la Corte Costituzionale si pronunci sulla sopravvivenza della sezione di Ostia. >“Tale prospettiva, - afferma l’avv. Maurizio Neri, tra i promotori della protesta - è assolutamente contraria ai principi costituzionali del diritto di difesa e di buon andamento dell’azione amministrativa. Provocherà, senza dubbio, nuove iniziative giudiziarie e ricorsi al TAR da parte degli interessati. E’, pertanto, urgentissimo impedire l’adozione di ulteriori provvedimenti organizzativi relativi ai magistrati, ai fascicoli processuali ed al personale di cancelleria di Ostia, prima che la Corte Costituzionale si pronunci. In tal senso si chiede al CSM di chiarire con urgenza, con nota espressa da diramare subito ai capi degli uffici, che non si applicano, almeno fino al giorno della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della pronuncia del Corte Costituzionale, le circolari del CSM relative alla disciplina dell’accorpamento delle sedi giudiziarie soppresse con riferimento a quelle sedi che (come Ostia) non sono ancora da considerare… soppresse, dipendendo invece, dalla decisione “in itinere” della Corte Costituzionale”. Sulla questione gli avvocati di Ostia hanno presentato un documento unitario al presidente del X Municipio Andrea Tassone ed al sindaco Ignazio Marino (ieri ad Ostia), il quale, ha preso l’impegno di calanderizzare al più presto la questione ai lavori del Consiglio comunale.>
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