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Ostia, nuova ordinanza balneare, la disciplina del commercio itinerante

print28 maggio 2019 17:48
Ostia, nuova ordinanza balneare, la disciplina del commercio itinerante
(AGR) Nuova ordinanza balneare sulle spiagge di Ostia. La “seconda” porta la data del 27 maggio (la prima era stata pubblicata lo scorso 24 aprile). Le novità, in sostanza, riguardano le spiagge libere per le quali, paradossalmente, è stata predisposta una disciplina diversa da quelle in concessione "ai privati". Al punto 11.2 dell’ordinanza, infatti, si vieta con l’ordinanza l’esercizio del commercio in forma itinerante sulle spiagge, mentre successivamente al paragrafo 11.6 si invitano quegli operatori titolari di autorizzazioni per l’esercizio del commercio in forma itinerante (afferenti il settore alimentare) a presentare la domanda per esercitare la propria attività sulle aree demaniali marittime e al punto successivo, si aggiunge che saranno ammessi solo n.10 operatori.

Antonio Di Giovanni, capogruppo del M5S, si è affrettato a spiegare la questione che, secondo lo stesso Di Giovanni, su alcuni organi di stampa aveva dato luogo ad errate interpretazioni: “E’ stato confuso il comma 11.2 dell'ordinanza balneare, che in effetti vieta il commercio nei tratti in concessione demaniale, (ovviamente perché non possiamo autorizzare una attività in un'area che abbiamo dato in concessione) con il comma 11.5 dove invece il commercio itinerante è autorizzato in quanto trattasi di spiagge libere che invece sono di nostra competenza”.

L’equivoco ruota, in sostanza, attorno alla dicitura “in concessione”. Di Giovanni ricorda che un’attività commerciale su un area in concessione “a privati” non poteva essere autorizzata dal comune, mentre sugli arenili liberi, di competenza del comune…si poteva prevedere la presenza e l’esercizio del commercio itinerante in relazione al settore alimentare. La confusione nasce da un dato di fatto: il demanio marittimo è dello Stato, il quale, a sua volta assegna alle Regioni e quindi ai comuni l’onere della gestione. Il comune, in sostanza, è il concessionario in primis degli arenili, da cui, il “divieto all’esercizio” su spiagge in concessione poteva includere anche quelle pubbliche.

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