Ostia, il mare avanza, gli stabilimenti resistono

“La Regione ha avuto un ripensamento sul progetto di ricostruzione degli arenili che aveva approvato – spiega Franco Petrini – in quanto, il posizionamento di nuove scogliere a protezione anche di questo tratto di mare, così come fatto vent’anni fa nel lungomare antistante il centro di Ostia avrebbe provocato, secondo alcuni tecnici, a monte, nuovi processi erosivi. Oggi però una decisione non si può più rinviare, siamo orgogliosi del nostro lavoro e di quanto riusciamo a fare, ma la situazione oramai è al limite”. La Nuova Pineta è uno stabilimento ridotto alla metà che paga un canone esagerato, forse il più alto tra tutti quelli previsti sul litorale romano. “Paghiamo 197 mila euro di canone – afferma Petrini – abbiamo chiesto la riduzione del canone alla metà, compresa AMA ed ICI. Il nostro è un “canone pertinenziale” che riguarda tutte le strutture presenti sui due stabilimenti, ieri tra bar e ristoranti erano quattro, oggi sono ridotti a tre, sino a qualche anno fa, il sabato e le domenica potevamo ospitare 8 mila persone, oggi non possiamo andare oltre i 2 mila”.
“Siamo pronti a collaborare alle spese. – aggiunge Franco Petrini – ma devono metterci in condizioni di lavorare. Per esempio, avevo proposto la creazione tra i balneari di Ostia di un consorzio che acquistando una draga ed una pompa poteva operare lungo la costa e risistemare, durante il periodo invernale la batimetria dei fondali, andando a recuperare la sabbia laddove la corrente la trascinava e riportandola sulle spiagge. In questo modo, un eventuale intervento di ripascimento morbido poteva durare a lungo, fino a 6-7 anni prima di dover, di nuovo, procedere al riporto di arenile. A questa proposta nessuno ha risposto”.


