Lutto nel mondo della danza

Quindi vinse una borsa di studio e si perfezionò al Teatro Bolshoi di Mosca.Dal 1968, all’Istituto statale delle Arti dello spettacolo di Mosca, Prebil studiò la Metodologiad’insegnamento della danza classica, diplomandosi come maestro e coreografo. Negli annisuccessivi si è dedicato all’insegnamento e alla riproduzione di classici ottocenteschi (Giselle,Don Chisciotte, Lo Schiaccianoci, Il Lago dei Cigni, Cenerentola) in varie compagnieinternazionali.Con la sua grande e indiscussa autorevolezza e professionalità, Zarko Prebil ha formatogenerazioni di danzatori e insegnanti, un numero elevato di giovani danzatori italiani, oggiétoile nei teatri di tutto il mondo - una su tutte, l’ètoile della Scala di Milano, Petra Conti -devono anche a lui il loro successo.“La danza è la gioia più grande della mia vita.
Dopo la guerra c’era la fame, non avevamoniente, ma ogni mattina correvamo in teatro perché eravamo felici di cominciare una nuovagiornata con la sbarra e vivere la danza in tutte le sue sfumature”, raccontava in un’intervista.Zarko Prebil si è esibito nei teatri di Parigi, Bruxelles, Tokio, Vienna, Varsavia, Madrid, Cairo,Atene, Osaka, Buenos Aires. Come coreografo venne chiamato dal Teatro dell’Opera e al SanCarlo di Napoli. Nel 1978, l’allora Direttore dell’Accademia Nazionale di Danza, Giuliana Penzi,lo volle in Accademia, dove rimase per venticinque anni e, in seguito, per tutto il periodo delladirezione di Margherita Parrilla. E' stato docente dei corsi di perfezionamento, impartendo lezioni di tecnica russa e metodologia, sia per i futuri insegnanti, sia per gli allievi.
Nel 2003 il Presidente Carlo Azeglio Ciampi gli conferì l’onorificenza di Cavaliere al Merito dellaRepubblica Italiana, la Medaglia d’oro e il diploma di prima classe, riservato ai benemeriti chesi sono distinti nella Scuola, nella Cultura e nell’Arte, come degno riconoscimento per lacostante dedizione volta al processo culturale di formazione dei giovani, che rimpiangeranno alungo il loro grande Maestro di Danza, ma anche di Vita, lasciando loro una grande impronta.Innamorato dell’Italia e, in particolare della città eterna, raccontava che “In Italia ho acquistatoun’altra Patria. La mia Patria è la Jugoslavia, purtroppo “ex”, dove sono nato. La mia secondaPatria è la Russia e la terza, non meno amata delle altre, è l’Italia. Sono diventato cittadinoitaliano e sono felicissimo di vivere a Roma, città che non regge il paragone con nessun’altracittà al mondo”.
Domani presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, verrà allestita la camera ardente perpermettere a tutti coloro che l’hanno conosciuto e amato, l’ultimo omaggio ad un uomo cheresterà nella storia della Danza Mondiale.
(di Manuela Minelli)