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Il Papa a Napoli, reagite ai criminali

print21 marzo 2015 16:22
(AGR) «A Maronna v'accumpagne». Eccolo Papa Francesco presentarsi ai napoletani accanto al cardinale Crescenzio Sepe. Una visita “molto sentita” che dimostra la vicinanza di Bergoglio alle fasce più emarginate della società in una città che presenta tutta la tassonomia del disagio: dai giovani disoccupati, alla violenza, ai detenuti, ai migranti e ai disabili. Il Papa si scaglia contro la corruzione «che è il pane dell’oggi la fame di domani». Una parola brutta, dice il Papa che prosegue nel suo ammonimento: «Perché una cosa corrotta è una cosa sporca. La corruzione puzza e la società corrotta puzza (il Papa ha usato il termine gergale “spuzza”) e un cristiano che fa entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, puzza». Davanti Piazza del Plebiscito, quasi completamente gremita per la celebrazione eucaristica di Papa Francesco, si sono radunate oltre 60mila persone. Come sempre le espressioni del Papa sferzano e arrivano dritte al cuore. Ci sono parole per i giovani: «A voi dico: non cedete alle lusinghe di redditi disonesti, reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i poveri e i deboli con il cinico commercio della droga e altri crimini. Non lasciatevi rubare la speranze, non lasciate che la vostra gioventù sia violata». Poi, più in generale arriva l’esortazione per tutta la città: «Cari napoletani, largo alla speranza, e non lasciatevi rubare la speranza! La corruzione e la delinquenza non sfigurino il volto e di più non sfigurino di questa bella città! Di più: non sfigurino la gioia del vostro cuore napoletano. È tempo di riscatto per Napoli». Ma nel capoluogo partenopeo c’è anche un altro fronte aperto: quello della mancanza cronica di lavoro. I numeri tratteggiano una provincia dove i disoccupati sono quanti i residenti a Venezia. Un tema che questo Papa, proveniente “dalla periferia del mondo” ha più volte trattato: «Quando non si guadagna il pane si perde la dignità e questo sistema di lavoro ci ruba la dignità. La mancanza di lavoro ci toglie la dignità - dice con intensità Papa Francesco -. Lavorare a 600 euro al mese per undici ore? Si chiama schiavitù, non è cristiano. Anche il lavoro nero è schiavitù, dobbiamo riprendere la lotta per il lavoro, per la nostra dignità, per portare il pane a casa».

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