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Fiumicino, quando ...l'ordinanza antidegrado?

print07 marzo 2014 17:30
(AGR) Era il 13 agosto scorso. Montino, dopo averla sbandierata a più riprese in campagna elettorale, approvava la famosa ordinanza anti-degrado, una rivoluzione che doveva servire a trasformare il nostro Comune da una periferia del terzo Mondo a una nuova Miami beach, tanto sarebbe stata pulita. Manifestammo quel giorno una serie di perplessità. Tra le quali una che oggi ha il sapore di una premonizione: ‘Siamo sicuri che con queste dieci pagine non troveremo più immondizia per strada?”. Purtroppo avevamo ragione. A sette mesi dalla sua approvazione bisogna annotare il totale fallimento dell’ordinanza anti degrado. Fiumicino era sporca prima, lo è forse ancora di più oggi. Ovunque ci sono mini discariche che spuntano come funghi. Ai piedi dei secchioni il degrado è un cazzotto in un occhio. Il verde è lasciato in balìa di se stesso. Il servizio di smaltimento rifiuti è totalmente insufficiente e del porta a porta, uno dei cavalli di battaglia del sindaco Montino, nemmeno l’ombra. Che da una parte è pure meglio visto come funziona nelle località che hanno avuto la fortuna di sperimentarlo in prima persona. In tutto questo si continua a parla di rilancio turistico del Comune che potrebbe portare lavoro e soldi. Sì, e come? Come convincere un turista a sostare nel nostro Comune. Lungomare degradati, spesso al buio, erosione che ha ormai messo in ginocchio gli stabilimenti balneari, spiagge piene zeppe di rifiuti per gran parte dell’anno (la fruizione delle spiagge in inverno è uno dei capisaldi di ogni sano paese europeo) strade invase dall’immondizia e si potrebbe andare avanti per ore. Nessuno ha la bacchetta magica e dopo soli nove mesi di Governo sarebbe impensabile che non ci fosse nemmeno un problema. Ma qui i problemi aumentano ogni giorno, si accumulano senza che una sola buona notizia arrivi. Allora forse è arrivato il momento di mettere mano agli impegni, utilizzare un po’ meno le parole e iniziare a rimboccarsi le maniche e produrre fatti. Lo dichiara il vicepresidente dell’associazione Crescere Insieme, Emilio Erriu>

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