ANBI, subito le opere pubbliche per contenere il rischio idrogeologico in Sicilia
È necesdsario - Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI - accelerare l’iter realizzativo per le opere pubbliche, che è mediamente di 11 anni; è un tempo che la velocità dei cambiamenti climatici non ci concede, pena il ripetersi di tragedie idrogeologiche.
(AGR) “Il drammatico evento meteo abbattutosi su Palermo con oltre un metro di pioggia in un paio di ore e contro la cui violenza nulla è possibile fare, testimonia l’accentuata fragilità del territorio italiano a causa dell’estremizzazione degli eventi atmosferici, dovuta ai cambiamenti climatici, particolarmente evidenti in Sicilia, dove il 70% del territorio è paradossalmente a rischio desertificazione”: ad evidenziarlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione le Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (ANBI).
“In attesa dell’assunzione di azioni di contrasto a livello mondiale – aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI - è indispensabile aumentare la capacità di resilienza delle comunità. Gli investimenti decisi da Governi e Regioni in anni recenti e la conseguente apertura dei primi cantieri contro il rischio idrogeologico sono una prima risposta, cui si aggiunge il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti recentemente presentato da ANBI: si tratta di 3.869 progetti esecutivi o definitivi per un importo complessivo pari a circa 10.946 milioni di euro, di cui 514 nel Sud Italia per un importo di oltre 3.218 milioni di euro.”