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Afflitta da SLA, vive in casa con la figlia

print22 ottobre 2009 18:26
Afflitta da SLA, vive in casa con la figlia
(AGR) Vizzani: “Stiamo cercando un nuovo alloggio”

Afflitta da sclerosi, resta abbandonata a se stessa e alla sua famiglia dalle Istituzioni. Accade ad Ostia, in via Baffigo,una storia incredibile, denunciata dall'associazione “Viva la vita Onlus”, che ha riferito le condizioni di una donna colpita da sclerosi laterale amiotrofica, la malattia dei calciatori."Viviamo in una casa popolare di neanche 50 mq, in cinque con mia madre immobile in un letto, la sua bombola di ossigeno vicina al gas della cucina", ha raccontato Alessandra, figlia della donna. "Abbiamo chiesto un nuovo alloggio e un aiuto dai servizi sociali e la risposta, sorprendente, è stata quella che avremmo dovuto attendere qualche anno” “Sono ai limiti del crollo", confessa.
Maria Di Marcantonio, sessantenne costretta dalla malattia a una progressiva e inesorabile immobilità. A meno di un anno dalla diagnosi, la signora vive nel suo letto, con l'ossigeno ed alimentata artificialmente. Abita in una casa popolare con la figlia Alessandra, il genero e due nipoti minorenni. La casa è piccola ed il suo letto è stato sistemato in cucina, con la bombola di ossigeno vicina ai fornelli del gas. Una situazione rischiosissima, dove la tragedia potrebbe scoppiare in qualsiasi momento.
L'appello della figlia Alessandra e' accorato: "Sono ai limiti delle forze e prossima al crollo psico-fisico. Se non cambiera' nulla, non so cosa potrà accadere. Oltre alla fisioterapia e a una visita al giorno di pochi minuti di un'infermiera, non abbiamo nulla. Sono bloccata a casa ad assistere mia madre, non posso allontanarmi neanche un minuto e le notti le trascorro in bianco. Viviamo con lo stipendio di mio marito. A gennaio di quest'anno i servizi sociali del Comune hanno accettato la domanda per l'assistenza, ma mi hanno prospettato attese che possono arrivare fino a 3 anni.
“E' gravissimo che un caso di Sla in fase avanzata non sia seguito da nessun centro ospedaliero qualificato – afferma Mauro Pichezzi, presidente dell'associazione Viva la vita, che riunisce appunto familiari e malati - ma è ugualmente drammatico che la signora sia letteralmente abbandonata a se stessa. L’esiguo Fondo nazionale per le politiche sociali, com’è noto, si dimezzerà nel 2011, il Fondo per la non autosufficienza nel 2010 verrà cancellato….”
"Ci sono tutti gli estremi – afferma l’avvocato Chiara Madia, penalista dell’associazione - per configurare un reato di omissione di atti d'ufficio nei confronti di chi sarebbe tenuto alla presa in carico della signora. Siamo pronti a procedere per le vie legali”. Intanto, però, le istituzioni hanno trovato una soluzione possibile.
“Abbiamo avuto un colloquio personale con la figlia della donna – ha detto Lodovico Pace, assessore agli affari sociali, alla quale abbiamo spiegato che sulla vicenda, c’è un insieme di competenze: per quanto riguarda l’assistenza sanitaria il compito è della Asl che comunque, ha messo a disposizione un infermiere tutti i giorni per un’ora al giorno e un terapista, 3-4 giorni alla settimana; per quanto riguarda, invece, gli interventi di tipo assistenziale, prerogativa del Municipio, dobbiamo specificare che la signora, che si è rivolta ai nostri uffici meno di un anno fa, è in lista d’attesa ed occupa il 250° posto nella graduatoria stilata da assistenti sociali e psicologi. Ciò non toglie che la situazione della signora sia drammatica, ma che purtroppo sul territorio ci sono altri 249 casi, ancor più drammatici…. Non dobbiamo dimenticare, che alla signora è stato anche offerto un ricovero in una struttura attrezzata, ricovero che però è stato rifiutato dalla famiglia. Sulla sistemazione alloggiativa, invece - ha concluso Pace- abbiamo già attivato gli uffici competenti, affinché avviino l’iter suggerito dal Presidente Vizzani”.
“Ho proposto- ha spiegato Giacomo Vizzani, Presidente XIII Municipio- una soluzione che non lede i diritti acquisiti da chi necessita di un’abitazione popolare, e che allo stesso tempo risolva l’emergenza della signora. In pratica, si tratta di fare un’attenta analisi dei nuclei familiari, residenti in alloggi popolari, che negli anni, per vari motivi, si sono ridotti rispetto al numero dichiarato al momento dell’accettazione della domanda e per questo più idonei a vivere in un’abitazione più piccola. Un vero e proprio cambio di domicilio nella stessa zona. Mi recherò presso il Dipartimento competente del Comune di Roma- ha concluso Vizzani- per suggerire questa ipotesi e valutarne la fattibilità. Non c’è dubbio che l’emergenza va affrontata e noi stiamo mettendo a disposizione tutte le nostre forze e tutte le nostre risorse per venire incontro alle esigenze di questa famiglia”.

Enzo Bianciardi

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