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Piano regionale rifiuti è tutto da….. rifare

print01 giugno 2011 10:19
legambiente Lazio

legambiente Lazio

(AGR) Sono rimasti a bocca asciutta, rimandati a casa con le pive nel sacco: è finita così l'audizione prevista la Commissione Ambiente della Regione Lazio e poi rinviata a data da destinarsi, con associazioni furenti e invitati sconcertanti tra sindacati, comitati, gestori degli impianti, enti locali. Ma c'è di più. Il 18 maggio scorso, con un lungo e meditato “parere motivato”, sono stati gli stessi uffici regionali a sancire il verdetto per il nuovo piano regionale rifiuti del Lazio: parere “favorevole” se così si può dire, visto che è condizionato e vincolato da ben trenta prescrizioni, una più severa dell'altra. Secondo la procedura di valutazione ambientale strategica (VAS), il piano andrà adeguato “alle prescrizioni normative vigenti, con le conseguenti modifiche in termini di ripartizione dei flussi coinvolti” e correlando “agli stessi, specifiche strategie e azioni attuabili”; dovrà “fornire, con maggiore dettaglio, il ruolo degli Enti Territoriali nel governo dei processi di gestione dei rifiuti”; dovrà “prevedere specificatamente le risorse finanziarie necessarie alla sua attuazione per tutto l'orizzonte temporale di esercizio”; ancora dovrà “quantificare le scorie da termovalorizzatore”; il piano regionale rifiuti “dovrà prevedere degli strumenti di dettaglio finalizzati alla definizione delle modalità di raccolta previsti, con particolare attenzione ai servizi di raccolta differenziata di tipo domiciliare, e dulcis in fundo, i siti d'importanza comunitaria (SIC), le zone speciali di conservazioni (ZSC) e le zone di protezione speciale (ZPS) sono “da considerarsi fattori escludenti” nella localizzazione di nuovi impianti e discariche.

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