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Neptune, come difendersi in caso di inquinamento

print30 maggio 2017 16:16
Neptune, come difendersi in caso di inquinamento
(AGR) Si è conclusa a Ostia, lungo l’arenile di Capocotta, la prima tappa di "Neptune", il progetto di formazione di Legambiente e Dipartimento nazionale di Protezione Civile giunto alla seconda edizione e realizzato in collaborazione con l'Agenzia di protezione civile della Regione Lazio. Il corso è dedicato alla formazione del volontariato di protezione civile delle località costiere del Lazio, in grado di intervenire in caso di inquinamento da idrocarburi lungo le nostre coste.

"Il corso Neptune è importante e permette una formazione seria e strutturata ai gruppi di volontariato di protezione civile che agiscono principalmente sulla costa del Lazio - commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio -. Essere pronti in caso di emergenza vuol dire avere la possibilità di salvaguardare al meglio e di fronte ad ogni eventualità, la bellezza dei 360 chilometri di costa della regione, attraverso la nascita di nuclei pronti ad intervenire a supporto delle amministrazioni locali e dei diversi soggetti che cooperano in emergenza e capaci di attuare le migliori tecniche di ripristino del litorale".

Il corso si è tenuto a Roma, il 27 e 28 maggio presso la sede del Dipartimento della protezione civile e si è concluso con una esercitazione pratica in esterna. I volontari di diverse organizzazioni di protezione civile, alla presenza anche del personale della Capitaneria di porto di Ostia, hanno simulato un intervento per la rimozione di idrocarburi inquinanti lungo la spiaggia, testando il metodo di lavoro presentato durante il corso. Quello di Roma è il primo di una nuova serie di appuntamenti che porteranno alla realizzazione del medesimo percorso formativo in cinque regioni, visti anche l’interesse e la partecipazione con cui sono state accolte le attività della prima edizione del progetto realizzate negli anni scorsi. L’attività di formazione mira a far crescere sul territorio le competenze per affrontare momenti di criticità a partire dalle questioni operative, logistiche e organizzative, in primo luogo dalla descrizione delle diverse competenze di tutti i soggetti che si trovano a cooperare in caso di emergenza e inoltre alla presentazione di metodi di lavoro ispirati alla semplicità e alla flessibilità, che sappiano essere rispettosi dei delicati ecosistemi costieri e della sicurezza degli operatori. Anche i questi casi, l’esperienza del volontariato di protezione civile può costituire una importantissima risorsa per il territorio in un settore di intervento innovativo, particolarmente delicato e certamente rilevante per il nostro Paese, per cui il mare e le aree costiere rappresentano un bene di inestimabile valore.

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