L’incendio boschivo, un fenomeno che ha assunto il carattere di una vera e propria calamità

Pambianchi nelle prossime ore sarà a Roma per importanti incontri sulla Cartografia Geomorfologica d’Italia; una cartografia fondamentale per la difesa del territorio.
Alto il rischio idrogeologico
“Un’area a bosco denudata da un incendio potrebbe mettere in luce, frane quiescenti, incisioni torrentizie profonde e altri processi geomorfologici prima nascosti dalla vegetazione. Quest’area sarà più vulnerabile e se non si interviene rapidamente potrebbe evolvere con fenomeni di alto rischio. Risulta pertanto di estrema importanza l’introduzione di una legge per attuare nell’immediato post incendio rilevamenti geologici e geomorfologici di dettaglio - ha proseguito Pambianchi - a cui dare seguito con una progettazione di primo intervento per la mitigazione della pericolosità e dei rischi. Riteniamo inoltre opportuno un monitoraggio periodico per stimare l’andamento della resilienza della vegetazione al fine di valutare eventuali modifiche nel caso in cui la ripresa mostri qualche difficoltà. Inoltre dagli studi condotti da noi geomorfologi è emerso il come sia importante conoscere la geologia del luogo anche per comprendere l’evoluzione dell’incendio”.
Italia – Spagna – Grecia – Portogallo sono i Paesi più colpiti. In Italia andati in fumo più di 500.000 ettari di bosco in 10 anni.
“Attualmente l’intero Continente Europeo è interessato dagli incendi, tuttavia la distribuzione degli eventi non è uniforme e alcune zone geografiche risultano assai più colpite delle altre. In modo particolare il fenomeno risulta più marcato e grave nell’area mediterranea, sia per il maggior numero di eventi, sia per la maggior superficie che mediamente ognuno di essi raggiunge rispetto a quelli dei paesi del nord Europa.
Spagna, Portogallo, Italia, Grecia sono i paesi più colpiti ed in queste aree geografiche, il fenomeno si è particolarmente aggravato nel corso degli ultimi anni – ha concluso Gilberto Pambianchi - in seguito soprattutto a cambiamenti socio – economici, tra cui lo spopolamento delle aree rurali, l’incremento della meccanizzazione agricola, la diminuzione della pressione di pascolamento e di utilizzazione forestale, l’incremento, di urbanizzazione delle aree rurali che hanno portato ad un radicale cambiamento dell’uso del suolo. Negli ultimi anni il problema degli incendi boschivi, in Italia, ha assunto dimensioni davvero drammatiche. Da ricerche condotte da noi è emerso che nell’ultimo decennio abbiamo perso più di 500.000 ettari di bosco. L’azione di rimboschimento e di ricostruzione boschiva non è riuscita a rimediare a tali devastazioni. Molti disastri di natura idrogeologica, in Italia, li abbiamo avuti anche perché figli di incendi degli anni precedenti. Bruciano boschi e territori vocati all’agricoltura. Gli incendi sottraggono suolo produttivo all’agricoltura ma soprattutto modificano il paesaggio, distruggono ecosistemi, espongono i territori ad ulteriori rischi di frane ed alluvioni. Quando brucia la vegetazione, viene meno la sua azione di protezione dal dilavamento delle acque, l’azione di traspirazione delle piante e viene meno la capacità delle stesse piante di proteggere il suolo. Gli incendi rendono vulnerabile il suolo attaccabile da frane e da altri processi erosivi, dunque lo espongono a fenomeni franosi rapidi, a volte senza preavviso, di estrema pericolosità e rischio”.
