Greenpeace/Balene Rivela: il santuario dei Cetacei è quasi vuoto

Santuario dei Cetacei
Il Santuario dei Cetacei nasce con un Accordo tra Italia, Francia e Monaco che, in vigore dal 2002, protegge c.a. 87.000 kmq del Mar Ligure. Avrebbe dovuto tutelare l’ecosistema del Mar Ligure e le popolazioni di cetacei che lo abitano, tra le più ricche del Mediterraneo. E’ la principale area di alimentazione estiva della popolazione mediterranea della balenottera comune: una popolazione che si avvia a diventare una specie separata da quella atlantica.
I dati della “Operazione Cetacei”, pubblicati nel 1992, indicavano la presenza di circa 900 balenottere comuni e tra 15 e 42.000 stenelle. Dai dati raccolti lo scorso agosto dall’Arctic Sunrise, sembra che ci sia una riduzione di circa il 50 per cento delle stenelle (5-21.000 esemplari),mentre sono state avvistate solo un quarto delle balenottere “attese”, troppo poco per poter stimare la popolazione.
Grazie a un tour della sua nave, Arctic Sunrise, Greenpeace ha potuto documentare alcune delle cause di questo crollo verticale dei cetacei nel Santuario: traffico incontrollato (con traghetti che corrono a 70 km/h), inquinamento da batteri fecali in altura in due stazioni delle undici analizzate e attività di whale watching svolte in modo pericoloso, con aerei e motoscafi.
La diminuzione dei cetacei nel Santuario non ci sorprende. Il Santuario è una scatola vuota senza regole e controlli. Eppure, si tratta di un precedente importante per la protezione del Mare, anche in acque internazionali, riconosciuto da tutti i Paesi del Mediterraneo riuniti nella Convenzione di Barcellona. Ma è un pessimo precedente.
Nel Santuario non è stato fatto assolutamente nulla di specifico per prevenire ed eliminare progressivamente l’inquinamento (anzi, vi si vuole insediare la prima industria offshore: il rigassificatore di Livorno-Pisa), per limitare i rischi di collisione delle imbarcazioni con i cetacei e prevenire gli impatti dei rumori, per mettere un freno alla pesca illegale o per proteggere la fascia costiera. Italia, Francia e Monaco non sono quindi molto meglio del Giappone che uccide balene per “scopi scientifici”. Secondo Greenpeace il Santuario è solo fumo negli occhi, che nasconde il calo progressivo dei cetacei nel Mar Ligure causato da vecchie e nuove minacce.
Greenpeace chiede che il Santuario venga immediatamente sottoposto ad un regime di reale tutela e gestione e che in esso si crei una grande Riserva Marina d’altura, con divieto di pesca e immissione di sostanze tossiche o pericolose, per proteggere un ecosistema unico, di cui i cetacei sono parteintegrante.
Link Rapporto Balene a Perdere:
http://www.greenpeace.org/italy/ufficiostampa/rapporti/report-integrale-su-santuario
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