Caccia al cinghiale, dietrofront?

“Bene aveva fatto la Regione a chiudere la caccia nelle aree terremotate – dichiarano Legambiente, Wwf, Lipu Lazio, Lav e Enpa – e a pochi giorni da quell'atto non può essere cambiato niente in termini di sicurezza per le popolazioni colpite dal sisma, non certo in relazione alla caccia al cinghiale, durante la quale decine di cacciatori armati si muovono in battuta nei territori. Chiediamo pertanto al Prefetto di Rieti di non fare passi indietro confermando un rischio evidente legato alla caccia al cinghiale e alla Regione di non far ripartire l'attività venatoria.
Le polemiche e le critiche da parte del mondo venatorio e dell’ATC Rieti 1 al fermo della caccia, sono irresponsabili e fuori luogo nel contesto del sisma e dimostrano anche quanto tutta la questione legata al reimmmisione della specie cinghiale sia strumentale e funzionale solo al mondo venatorio. Si contano dovunque e a centinaia gli incidenti legati alla caccia, non dobbiamo correre il rischio che avvengano nelle aree terremotate, soprattutto in questi mesi”. L’ultimo episodio ha visto un cacciatore a Terni, a pochi chilometri da Rieti, far partire un colpo che andava a colpire il vetro e poi il muro di un istituto scolastico a 400 metri di distanza.
“Sarebbe sbagliato e poco prudente scegliere di riaprire la caccia nei comuni del terremoto, il Prefetto di Rieti non torni indietro su una giusta decisione di soli dieci giorni fa e la Regione confermi il fermo caccia" concludono le associazioni.