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Valentina Giacinti-goal vittoria! Notte storica per la Roma femminile

Coppa dei Campioni Donne: Roma-Slavia Praga 1-0

printDi :: 25 ottobre 2022 10:34
Valentina Giacinti-goal vittoria! Notte storica per la Roma femminile

(AGR) La Roma arriva al WCL (Women Champions League), Champions League Donne, da matricola e, dal punto di vista psicologico, il solo fatto che disputi quel torneo per la prima volta ha un suo peso: entrare nell’élite del calcio donne europeo senza alcuna esperienza pregressa e trovarsi di fronte una tra le squadre continentali più agguerrite, non è propriamente fare una passeggiata al laghetto di Villa Borghese.

Chi non si trova a provare una qualche forte emozione quando si accinge a vivere una esperienza della quale ne sa solo per sentito dire? Certo, sarebbe stato più carino, da parte dei padroni del calcio, concedere l’Olimpico per l’esordio assoluto della Roma in Champions League, considerando che il Flaminio è ormai un rudere fatiscente dove, tra erbacce e sterpaglie, topi, lucertole e ragni gozzovigliano allegramente grazie alla gran quantità di insetti che fornisce loro cibo in abbondanza in un continuum senza fine, e il Tre Fontane non ha l’omologazione della UEFA. Guarda caso, quando si tratta della Roma, a Roma, sorgono sempre complicazioni. Ma di cosa si aveva paura: di pagare qualche ora di straordinario agli addetti alla manutenzione o cosa? Mah! I soliti irrisolvibili misteri romani…

 
Ma se da una parte è stato un bene giocare a Latina, visto che lo stadio Olimpico ha dato più amarezze che gioie ai tifosi romanisti - lì sono stati persi due scudetti, una coppa dei campioni, una coppa UEFA, una Coppa Italia, oltre naturalmente, a livello di nazionale, un Campionato Europeo e un Mondiale –, dall’altra, la scelta di giocare in quello stadio appare piuttosto bizzarra, diciamo così, visto che la struttura, stando ad attendibili e fondate fonti mediatiche, sembra abbisognare di urgenti e improcrastinabili lavori di rifacimento e manutenzione, cosa di cui chi di dovere ne è sicuramente a conoscenza.

Di fronte alla Roma, uno Savia Praga le cui partecipazioni alla Women Champions League, con buoni piazzamenti finali, datano da almeno due decenni. Non una squadretta della quale ci si sbarazza in quattro e quattr’otto, dunque, ma un’avversaria di tutto rispetto, da prendere con le pinze. Ed è quello che la Roma ha fatto: ad un primo tempo in cui ha azzardato poco, con l’avversaria che, invece, più volte invadeva la sua metà campo, arrivando anche a lambire pericolosamente i suoi venti metri, ha fatto seguire una ripresa migliore, se non proprio del tutto diversa dalla prima parte di gara: capìta l’antifona, la Roma ha dato di più rispetto al primo tempo e alla fine ha trovato il goal vittoria con Giacinti che, al 65’ dà il tocco definitivo al pallonetto inventato da Haavi, che probabilmente sarebbe finito in rete senza bisogno del suo aiutino, chiamiamolo così. Tutto è bene ciò che finisce bene.

La vittoria è senz’altro meritata e irrora l’ambiente di sana euforia. La Roma ha tenuto bene il campo, smorzando sempre, al momento giusto, le frequenti folate offensive delle ceke. A merito delle ragazze dello Slavia Praga va la grande generosità profusa e l’impegno mai venuto meno. Forse il gran dispendio di energie ad un certo punto della gara ha presentato il conto e mentre le romane correvano, giostravano e irrompevano ai sedici, venti metri, sprecando malamente almeno due palle goal, le praghesi erano un po’ sulle gambe e col trascorrere dei minuti andavano perdendo fisicità e dinamicità, né le sostituzioni effettuate sono sembrate invertire la tendenza di uno Slavia ormai non più lucido e del tutto incapace di elaborare terapie d’urto, cioè inventare nuove soluzioni tattiche.

Quella delle giallorosse è stata una partita giocata sempre sul filo della tensione giusta. Bartoli e compagne hanno voluto la vittoria con tutte le loro forze, l’hanno cercata per tutti i novanta e passa minuti di gara e alla fine l’hanno ottenuta. Non tragga in inganno il minimo scarto: in realtà, le romaniste avrebbero potuto chiuderla con un punteggio ben più largo. Il goal vittoria di Giacinti consente alla Roma donne di partire con il piede giusto in questa tostissima competizione. Il lotto delle concorrenti è, infatti, pieno zeppo di squadre le cui bacheche sono stracolme di trofei, mai arrivati casualmente ma dopo avere disputato epiche battaglie, che fanno bella mostra di sé insieme a quelli conquistati dai colleghi maschi.

Nella diretta di Roma-Slavia Praga, trasmessa da DAZN, telecronista Gabriele Giustiniani, l’addetta al commento tecnico, tale Marta Carissimi, nel corso della gara ha affermato, più di una volta, che il sorteggio era stato ‘benevolo’ nei confronti della Roma. Da un'occhiata all'attività delle avversarie del girone, vediamo che lo Slavia Praga vanta più o meno quindici presenze nel torneo, e questa la dice lunga sul valore dell’avversaria battuta dalla Roma; il Wolfsburg femminile, da parte sua, ha vinto per due volte la WCL, (nel 2012-2013 e 2013-2014) e nelle successive edizioni è arrivata più volte alla finale e alla semifinale (compresa la passata edizione), e ai quarti di finale. Tanto per non farsi mancare niente è l’attuale detentrice del titolo di campione di Germania, conquistato sette volte; infine, nel Palmares del St. Polten, squadra austriaca, figurano 9 partecipazioni alla WCL, a partire dal 2013-2014, con un ottavo di finale nel 2020-2021 come miglior piazzamento. Ci spieghi, la succitata, dove, secondo lei, il sorteggio è stato ‘benevolo’ con la Roma. Alla luce di quanto ho evidenziato poco fa, quell’ affermazione risulta del tutto falsa, segno che l’addetta al commento tecnico era totalmente disinformata sull’attività delle tre avversarie della Roma o magari si riferiva ad altra competizione.

Poiché non vorremmo pensare a malafede, per carità, ci limitiamo ad invitare chiunque abbia la ventura di prendere un microfono in mano, che abbia o meno praticato calcio, ad andarsi a documentare sul chi, che cosa, dove, quando e perché e come dell’argomento che andrà a trattare. Sono le basi del giornalismo. Delle scuse per le cantonate prese, perché comunque non arriverebbero e se arriverebbero sarebbero molto in ritardo, quindi suonerebbero false, ai telespettatori interessa poco, perché, scuse o non scuse, rimarrebbero della convinzione che, da tempo, attaccare Roma e la Roma è un passatempo molto diffuso, specie al nord.

                                                

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