Le assenze di Dybala e Lukaku non giustificano l’inconsistenza della Roma - Bologna da applausi
Bologna-Roma 2-0
(AGR) Alla vigilia, Bologna e Fiorentina tallonavano la Roma da presso e se i viola erano dati per largamente favoriti nella partita contro l’Hellas Verona, per il Bologna, la squadra giallorossa si presentava come un’avversaria più ostica che mai, un vero osso duro, visti anche i suoi obiettivi a breve (restare nella scia del Milan e poi chissà…) e a lunga (agguantare il posto in Champions League). Ipotizzavamo una bella partita, corretta, combattuta senza risparmio, piena zeppa di partenze e ripartenze: insomma una gara magari con tanti goal, a prescindere dal risultato finale. Invece, siamo qui a raccontare, e lo facciamo con piacere, di una partita che il Bologna ha fatto sua dominando praticamente per tutti i novanta e passa minuti. Si vedeva subito che il Bologna voleva i tre punti, mentre sembrava che la Roma fosse lì, al Dall’Ara, in gita turistica, quasi che la questione piazzamento in Champions League non la riguardasse. È stato, quello della Roma, un atteggiamento incomprensibile, al limite dell’irresponsabilità e della mancanza di rispetto verso i tifosi giallorossi, soprattutto quelli che erano lì a ‘godersi’ il freddo sugli spalti dello stadio bolognese.
Bene, bravo bologna: i tre punti se li è ampiamente meritati e, vogliamo proprio scriverlo, dopo la brillante prestazione dei rossoblu felsinei, non siamo poi tanto sicuri che la sconfitta della Roma non ci sarebbe stata se avesse potuto schierare Dybala e Lukaku. Decisamente, non vale accampare le scuse, da parte giallorossa, dell’assenza dei suoi due assi per giustificare una sconfitta arrivata non solo per merito di un Bologna a tratti straripante, ma anche per la staticità della Roma, per la sua totale mancanza di dinamicità. La squadra giallorossa ha confermato, una volta di più in questo campionato, che senza Dybala e Lukaku è ben poca cosa. L’argentino e il belga ‘sono’ la Roma. Ben sapendo che lo sforzo di metà settimana prima o dopo, nel corso della partita, avrebbe pesato a favore dei felsinei, Mourinho ha cercato di arrangiare una squadra all’altezza della situazione, cioè che riuscisse a contrastare degnamente un Bologna al massimo della condizione atletica, affidandosi però ad elementi qualitativamente scadenti che, chiamati ad orchestrare il gioco romanista, obiettivamente si sono dimostrati, ancora una volta, del tutto incapaci a costruire, fraseggiare, scovare il corridoio giusto per mettere il generosissimo Belotti, di fatto unica punta vera, in grado di arrivare al goal o El Shaarawy al cross.
Inutile dire che, alla luce delle due sberle rimediate al Dall’Ara, quella fiducia è stata mal riposta: in pratica, i chiamati a gestire il gioco romanista hanno dimostrato di essere inadeguati a svolgere i compiti loro assegnati. Ma allora è un discorso di limiti che questo o quel giocatore hanno dimostrato di avere: troppi passaggi fuori misura, con il pallone che puntualmente veniva catturato dai felsinei, inserimenti del tutto fuori tempo, e, ciliegina sulla torta, i tanti falli commessi dai giallorossi, che hanno avuto come logici esiti altrettanti cartellini gialli: nervosismo? Ma… per cosa? La Roma veniva da una comoda, e scontata, vista la qualità dell’opponente, vittoria in Coppa UEFA, arrivata al termine di una partita giocata sul velluto, come si dice, cioè a secondo posto acquisito (cosa che manda i giallorossi allo spareggio con gli olandesi del Feyenoord).
Dunque, tutto quel nervosismo da dove veniva, dal Bologna? Ma i rossoblu hanno disputato una partita esemplare, corretta, hanno dimostrato di essere in possesso di una condizione psicofisica migliore dei romanisti. No, la paurosa inconsistenza della Roma va ben oltre: tifosi e Proprietà (probabilmente Mourinho l’ha già fatto) devono rendersi conto che questo è quanto passa il convento.
Magari il maestro portoghese potrebbe fare a meno di schierare giocatori finti, che in campo sono sempre fuori dall’azione, quando invece dovrebbero essere loro ad elaborarne, progettarne, costruirne, e che non sanno proprio cosa fare con il pallone tra i piedi. I fischi che hanno accompagnato, anche in occasione di recenti gare casalinghe, l’uscita dal campo dell’Olimpico di giocatori giallorossi inspiegabilmente osannati dai media, indicano che buona parte della tifoseria romanista auspica che, già dal cosiddetto ‘mercato di riparazione’, in difesa, a centrocampo e anche in avanti arrivi gente che sappia giocare a calcio; auspica, inoltre, la partenza di tipi stralunati e confusi, arrivati alla Roma non si sa bene per quali arcani misteri, la cui dabbenaggine ha provocato solo danni ai colori giallorossi, almeno in un paio di partite. Gli addetti al mercato giallorosso non avrebbero bisogno di andare chissà dove per trovare elementi adatti o adattabili alla filosofia di gioco di Mourinho: basterebbe che seguissero i nostri campionati di A, B e C.