La Roma attacca e batte il Nizza grazie… ai difensori N’ Dicka e Mancini
Nizza-Roma 1-2


La Roma attacca e batte il Nizza
(AGR) Nizza- Roma non è stata una gran bella partita. Rispetto al derby disputato pochi giorni fa, sono mancate diverse cosette, in primis lo spettacolo, mancanza alla quale ha cercato di supplire, riuscendoci, l’arbitro spagnolo, tale Guillermo Cuadra Fernandez da Madrid, con le sue bizzarre decisioni.
Ma si sa, il derby è il derby: già di per sé, la stracittadina è l’evento-clou della stagione calcistica delle due romane, evento che, come noto, si differenzia da qualsiasi altra partita del nostro campionato e rispetto alle partite che si giocano nelle varie coppe europee la differenza è ancora più marcata, soprattutto in termini di conoscenza reciproca, perché ti può capitare di incontrare una squadra senza pretese, che però tira fuori le unghie inaspettatamente, quando l’avversario che si trova di fronte è blasonato o quantomeno la considerazione di cui gode in Europa è piuttosto alta. Il recente passato europeo della Roma fa sì che la squadra giallorossa non venga mai presa sottogamba, qualunque sia l’avversario di turno.
Ma tant’è, ogni squadra dispone di quel che passa il convento: a parte l’ottimo Dante, giocatore di indubbia qualità che alla veneranda età, calcisticamente parlando, di quarantuno anni, dimostra di essere tuttora calciatore di livello mondiale che sicuramente non sfigurerebbe nel nostro campionato, top- team comprese, nelle file del Nizza non abbiamo visto altro oppure non ce ne siamo accorti che tra le file dei rossoneri francesi c’erano dei fenomeni.
Non che fosse, la francese, una squadra pizza e fichi, però, di sicuro, la differenza qualitativa era piuttosto evidente. Gasperini, e la sa ciurma in campo, devono essersi accorti della differenza qualitativa che pendeva decisamente dalla parte della Roma e allora le ha fatto assumere il classico atteggiamento dell’inutile forzare, tanto prima o poi il goal arriva. Probabilmente, anche mr. Haise, l’allenatore del Nizza deve essersene accorto e allora ha cercato di metterla sulla velocità, visto il primo tempo a rilento della Roma, e sul manfrinaggio esasperato, visto che ogni volta che venivano a contatto con i romanisti, quelli del Nizza si rotolavano come se fossero stati investiti da un camion.
Quante volte abbiamo visto queste scene deprimenti per il calcio, con l’arbitro che ogni volta ci cascava fischiando punizioni inesistenti a favore dei francesi! Atteggiamento, quello dei nizzardi, che ha dato i suoi frutti: goal annullato a Mancini, in virtù di un fuorigioco, esistente tre anni prima della partita, da parte di un giocatore romanista che peraltro non ha partecipato all’azione, mentre invece Mancini era in gioco. Questione di punti di vista.
Avremmo da ridire anche sul rigore allegramente concesso dallo spagnolo: il fallo di Pisilli, c’è, come no, ma inizia da fuori area, quindi, semmai era punibile con un calcio di punizione, non certo con un calcio di rigore. Poi c’è la questione dei cartellini: cinque, anzi sei, rifilati ai giallorossi, compreso Gasperini: sappiamo bene che in caso di assoluta parità tra squadre, accede alla fase successiva quella con meno cartellini: vista l’abbondanza dei gialli piovuti sulle spalle dei romanisti, sembra quasi che esista una strategia ‘Conventio ad excludendum’ che verrebbe applicata rifilando cartellini a più non posso, specie alle squadre italiane mirate ad escludere squadre ‘scomode’, cioè che non rientrano nel novero delle cosiddette predestinate (eh sì, gioca bene, è un’ottima squadra, ma purtroppo i cartellini la condannano e via cianciando), quelle, per intenderci con i bilanci spaventosamente in rosso, che tuttavia ‘devono’ restare eternamente lì, nel gruppetto delle elette, per cercare di ripianare i loro bilanci, cosa che non gli riuscirà mai, visto che tra questi club la concorrenza è feroce e impone continui aggiornamenti del personale, cioè continue enormi spese senza fine, con conseguente eterno indebitamento.
Chiunque segua le vicende del football, anche da lontano, da semplice spettatore, sa bene che non è mai esistita, ne esiste, ne esisterà mai, una partita priva di contatti fisici: semmai bisognerebbe chiarire una volta per tutte la differenza tra gioco scorretto (tirate di maglia, ginocchiate nella schiena, sgambetti e altre delicatezze simili) e scontro fisico fortuito con impatti magari anche dolorosi, ma mai fallosi.
Dicevamo che anche Haise deve essersi accorto della superiorità romanista, allora schiera la sua squadra in atteggiamento attendista. Peraltro non è che nel primo tempo la Roma faccia tanto e questo, in un certo senso, gli facilita le cose, cioè gli permette di gestire la sua squadra con una certa tranquillità: nei fatti, il ritmo-gara non è forsennato, risultando più da amichevole che non da coppa europea. Su questo andazzo, la partita va avanti e al 39’ arriva il goal romanista di Mancini, bello ma annullato per fuorigioco del suo autore Mancini, dice l’arbitro (e del quale abbiamo già trattato poc’anzi): ma la rete è un lampo, uno squarcio nel grigiore che ha pervaso i primi quarantacinque, un lampo che però fa crescere la consapevolezza, l’autostima dei giocatori giallorossi.
Nella ripresa, Pellegrini rileva El Shaarawy, mentre Dobvyk rimane in campo: un cambio che sembra una grossa sorpresa, visto che nel primo tempo l’ucraino ha ricoperto alla grande il suo ruolo abituale: spettatore non pagante in campo. Ora, nella ripresa, la Roma ha cambiato decisamente passo, il Nizza assiste e basta, si intuisce che il goal romanista è nell’aria… Corre il 52’, angolo battuto da Pellegrini, pallone calibrato che spiove in area nizzarda, N’Dicka svetta su tutti i presenti e batte l’incolpevole Diouf.
Dopo il goal, la Roma rompe gli argini eretti da Haise e raddoppia subito, grazie a Tsimikas che al 55’crossa preciso a centro area per Mancini che, travestito da prima punta, piomba sul pallone e insacca al volo di destro: è il goal della sicurezza. Il Nizza è tramortito dal mortifero uno-due romanista, la partita va avanti su un tran tran ormai scontato: Roma che controlla e gestisce la gara come meglio crede, Nizza alle corde. Tuttavia, per uno di quei paradossi che sovente ricorrono nel calcio, il Nizza torna in partita grazie a … Pisilli che, al 77’, superato da Mendy, non trova di meglio che ricorrere al fallo grossolano e sgambetta il francese: rigore, batte Moffi e il Nizza accorcia le distanze. Ribadiamo che, a nostro parere, il fallo sembra iniziare da fuori area.
Inutili le proteste romaniste. Bene: rigenerato dal goal, il Nizza sembra avere sette vite, la Roma sembra sorpresa dalla fiammata nizzarda ma tiene botta, riesce ad arrivare al triplice fischio e a guadagnare i tre preziosissimi punti.
L’arbitraggio del signor Cuadra Fernandez è stato largamente scadente, tale da sfiorare la partigianeria, visto che ha abbondato parecchio nell’elargire gialli solo ai giocatori giallorossi e a mr. Gasperini, per un totale di sei, mentre non si hanno tracce di cartellini gialli ai giocatori del Nizza, sebbene non siano mancati, da parte loro, interventi anche pericolosi o comunque meritevoli di essere sanzionati. Auspichiamo che questo soggetto non capiti più tra i piedi del calcio italiano.