I goal di Dybala e Dovbyk fanno volare la Roma
Roma-Parma 2-1

I goal di Dybala e Dovbyk fanno volare la Roma
(AGR) Partiamo da lontano: la franca e per certi versi rassicurante vittoria contro il Sassuolo, oltre ai tre punti portava in casa giallorossa una gran quantità di ottimismo non disgiunto da un poderoso balzo all’insù del livello di autostima dei componenti la comitiva romanista. La preziosa vittoria al ‘Mapei’ arrivava meritatamente al 16’: dopo che il portiere del Sassuolo aveva respinto un bolide di Cristante, il pallone arrivava sui piedi di Dybala che insaccava di potenza dal limite.
Tuttavia, nell’analisi a posteriori della partita, a chiunque abbia seguito la gara è apparso più che evidente che, avendo esercitato una indiscussa superiorità di gioco in termini di qualità e quantità, che a corollario si traduceva in una serie di occasioni sprecate banalmente da questo e da quello, i romanisti avrebbero meritato di portare a casa un bottino ben più pingue che non lo scarno 1-0 decretato dal campo.
Archiviato euforicamente il successo sul Sassuolo, alle viste c’era il Parma: un turno infrasettimanale che la Roma avrebbe fatto bene a prendere con le molle, che le avrebbe imposto, cioè, di non crogiolarsi troppo, vista la vivacità, il dinamismo e la concretezza che gli emiliani hanno messo in mostra in questo primo scorcio di campionato.
A differenza della partita con il Sassuolo, giocata dai romanisti in modo ‘cerebrale’, quella con il Parma ha visto una Roma subito arrembante, che aveva una sola preoccupazione, per così dire: quella di vincere; una Roma che ha preso subito in mano la gestione del gioco, menandolo praticamente a suo piacimento fino al triplice fischio di chiusura.
Mai, nel corso della partita, si è avuta la sensazione che i tre punti non sarebbero arrivati, sebbene il primo goal della Roma sia arrivato al 63’ grazie a Hermoso che di testa manda il pallone alle spalle del bravo portiere Suzuki, raccogliendo, così, la giusta ricompensa per la sua partita-monstre. In realtà, la Roma era già andata in goal al 39’, ma la rete, bellissima tra l’altro, di Soulè, era stata annullata perché, stando al VAR, Celik era in fuorigioco attivo e ostacolava la visuale del portiere emiliano.
Mah! A noi questa decisione è sembrata bizzarra, un’audace arrampicata sugli specchi piuttosto che una cosa seria. Ma sappiamo bene che quando si tratta della Roma tutto fa brodo per danneggiarla. In generale, si ha l’impressione che gli addetti al VAR nell’esaminare la sequenza delle azioni procedano a senso unico, cioè senza tenere conto della velocità dell’azione: allora, un fallo, che sia a centro campo o in area, è fallo e basta, va punito. Ma quando l’azione è veloce, per giudicare devi vederla alla sua velocità reale, non al rallentatore, perché in questo modo, al rallentatore, qualsiasi azione può sembrare fallosa: nella fattispecie, al ralenty sembra che Celik si sia piazzato volontariamente davanti al portiere avversario invece il giocatore romanista arrivava di corsa alla caccia del pallone, incidentalmente, quindi involontariamente, impedendo al portiere avversario di seguire l’azione.
Si tenga inoltre presente che l’area emiliana era intasata di giocatori dell’una e dell’altra squadra: in quella bolgia, come fai a giudicare che sia stato il giocatore romanista a ostacolare la visuale del portiere Suzuki? Bene, ormai è andata, inutile stare lì a farla lunga, però rimane il fatto che Celik arrivava in velocità ma era partito da posizione regolare e l’area era affollata di giocatori sia del Parma che della Roma, e dunque non era possibile stabilire chi realmente abbia impedito a Suzuki di vedere dov’era il pallone. ‘In dubio pro reo’: il goal non era da annullare.
Dopo il vantaggio, la Roma continua ad attaccare, il Parma si difende ordinatamente, ma si vede bene che in campo c’è troppa differenza di qualità tra le due e inoltre, i giallorossi appaiono in una splendida condizione psico-fisica di molto superiore a quella del Parma. La partita prosegue con la Roma che fa il bello ed il cattivo tempo e spingi spingi, all’81 va ancora in goal con Dovbyk: l’ucraino, ben appostato in piena area, entra in possesso di palla r batte Suzuki con un potente tiro di sinistro.
Un goal realizzato con una freddezza e una velocità di esecuzione che ignoravamo fosse nel repertorio del suo realizzatore: Dovbyk è in piena area ed è circondato da diversi avversari, tuttavia riesce a girarsi e a fiondare il pallone in porta: ma come, costui si è divorato gol già fatti e a porta vuota e poi, quando meno te lo aspetti, appena entrato tira fuori il coniglio dal cilindro! Mah! Così va il calcio. Sul 2-0 la Roma va ancora avanti, ma il Parma, forse approfittando di un rilassamento giallorosso, all’85’ riapre la partita con Circati che lesto lesto si insinua in area tra le maglie romaniste e la mette dentro.
L’incazzatissimo Svilar se la prende con i compagni: ma ormai la frittata è fatta, Circati è stato il più furbo di tutti, amen. A differenza di quanto avveniva in passato in situazioni simili, stavolta la fiammata del Parma non impressiona la Roma, che si ributta in avanti, fermata solo dal triplice fischio finale. Ora, la Roma è capolista insieme al Napoli, sua avversaria a breve: tifosi romanisti, calma, non è successo niente, il campionato è ancora lunghissimo.
















