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Test sierologici, perchè farli?

I test in particolare sono rivolti a quella fascia della popolazione che potrebbe essersi infettata senza manifestare alcun sintomo o con sintomi lievi e che non ha la possibilità di accedere all’esame effettuato tramite esecuzione del tampone nasofaringeo

printDi :: 15 maggio 2020 16:35
laboratorio analisi

laboratorio analisi

(AGR) di Ernesto Vetrano

I test sierologici, effettuati mediante un normale prelievo venoso, rappresentano al momento attuale l’esame più “accessibile” per capire se hai avuto o se hai in atto una infezione da virus SARS-COV-2 responsabile della infezione Covid-19. Sono rivolti a quella fascia della popolazione che potrebbe essersi infettata senza manifestare alcun sintomo o con sintomi lievi a cui si potrebbe non aver dato importanza e che pertanto non ha la possibilità di accedere all’esame molecolare effettuato tramite esecuzione del tampone nasofaringeo.

 
Importante sottolineare che chi ha sintomi manifesti ed acuti che possono far sospettare una infezione da virus SARS-Cov-2, quali febbre oltre 37.4, tosse, affanno, diarrea, mancanza improvvisa di gusto ed olfatto, ed in particolare la febbre alta, non deve effettuare nessun test e mettersi in autoisolamento rivolgendosi immediatamente al medico curante o ai numeri di emergenza 112 o 1500.

Allo stato attuale delle conoscenze e della ricerca scientifica, il test sierologico può scoprire se sei venuto in contatto con il virus SARS-CoV-2 mediante la misurazione degli anticorpi IgM e IgG nel sangue, ed ultimamente anche gli anticorpi IgA.

Le immunoglobuline IgA sono anticorpi che compaiono per primi nel sangue dei pazienti dopo l’esposizione al virus, di norma entro 3 giorni seguiti dopo circa 5-7 giorni dalle IgM; ambedue tendono a scomparire dopo circa 15-20 giorni,  la loro presenza indica quindi un’infezione recente e probabilmente in atto con alto rischio di contagiosità.

Le immunoglobuline IgG iniziano a formarsi dopo circa 15 giorni, a volte prima o anche contemporaneamente alle IgM e, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, dovrebbero rimanere nel sangue a lungo, rappresentando quindi, se presenti i soli anticorpi (positivi), il segnale di un’infezione pregressa.

Le diverse classi di immunoglobuline sono prodotte quindi in tempi diversi ma, nel caso di infezione da SARS CoV-2, non vi sono ancora certezze codificate sull’intervallo temporale né sulla sequenza della loro comparsa.

La rilevazione degli anticorpi non permette di stabilire se il virus, in particolare il SARS CoV-2 è ancora in fase di crescita (replicativa), quindi un risultato negativo non esclude totalmente la possibilità di un’infezione in atto in fase precoce ed il relativo rischio di contagiosità dell’individuo, ma danno una seria indicazione che permette all’individuo di avere comunque  un quadro sufficientemente accurato della sua situazione rispetto alla infezione da Covid-19 per cui è consigliabile, in questa fase pandemica, ripetere il test almeno con cadenza mensile ed effettuare comunque l’esame molecolare mediante tampone nel caso di comparsa di sintomi acuti.

Come per tutti i dosaggi di anticorpi prodotti nei confronti di virus, ad esempio nella mononucleosi, è prevista una possibilità di falso positivo per ragioni di possibile cross-reattività con altri patogeni affini ed il rilevamento degli anticorpi potrebbe non essere specifico della infezione da SARS-CoV2; questo è un limite insito nella metodica e presente in tutti i test simili già in uso da vari anni per altri patogeni.

Esistono 2 tipi di test sierologico: “QUALITATIVO” e “QUANTITATIVO”:

- Il “qualitativo”, fornisce un risultato sulla presenza o assenza degli anticorpi Igm e IgG; è più economico per il paziente per un primo screening e comunque utile per poter intraprendere le azioni corrette in caso di positività.

- Il test “quantitativo”, (metodo ELISA\CLIA) economicamente più oneroso ma attualmente fortemente consigliato in quanto con una sempre maggiore evidenza di maggiore capacità diagnostica, ha il vantaggio di misurare anch’esso la presenza o meno degli anticorpi ma anche la loro quantità con una maggiore specificità ed accuratezza diagnostica.

Il test deve essere eseguito da personale specializzato mediante prelievo ematico venoso, non differente da altri prelievi standard. La struttura e il personale del laboratorio devono essere dotati di strumenti idonei nel rispetto della normativa ministeriale regionale vigente in materia di emergenza Covid-19.

Qualunque sia il risultato del test sierologico, gli utenti DEVONO SEMPRE continuare a seguire le misure di contenimento previste dalla legge, infatti lo stesso non costituisce ancora “certificazione”.

E’ sempre possibile eseguire il test tranne : 1) se si è in regime di quarantena preventiva o legata alla presenza di tampone positivo e malattia in atto; 2) se si hanno sintomi così come indicati del ministero della Salute, ad esempio febbre, sindrome influenzale, malessere diffuso, tosse secca e affanno, perdita temporanea della percezione di odori e sapori; in questo secondo caso è necessario contattare immediatamente le autorità sanitarie competenti (medico di famiglia; numeri di emergenza 112 e/o 1500 per la valutazione del caso ed adeguate azioni conseguenti come il tampone.

E’ possibile effettuare tali test presso i laboratorio di analisi autorizzati dalla Regione Lazio ed è consigliabile prendere visione dei relativi siti web del laboratorio scelto dove deve essere presente l’informativa e le istruzioni da seguire ai fini del contenimento della infezione Covid-19

Nel laboratorio RLab Acilia, sito  in via Via Francesco Saverio Altamura, 44 (adiacente la sede di Acilia del Gruppo Sanitario Studio Ronconi) hanno iniziato ad eseguire anche il test “Quantitativo”, più affidabile con il metodo ELISA (e CLIA nel caso delle IgG); dal sito web di questo laboratorio emergono con chiarezza i limiti ed i vantaggi di questi test sierologici, segno questo di affidabilità e trasparenza.

www.rlabanalisi.it

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