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Esofagite, presentato BridgEoE, il modello per la transizione dall'età pediatrica a quella adulta

Nella  prima giornata Mondiale della Esofagite Eosinofila presentati i risultati del progetto BridgEoE, con la collaborazione di specialisti italiani SIGENP. Criteri fondamentali con l’universita del North Carolina, obiettivo accompagnare  i giovani con esofagite eosinofila alla cura dopo i 18 anni

printDi :: 22 maggio 2025 15:12
Esofagite, presentato BridgEoE, il modello per la transizione dall'età pediatrica a quella adulta

(AGR) Si chiama BRIDGEoE  l’innovativo progetto nazionale presentato da SIGENP (Società Italiana di Gastroenterologia Epatologia e Nutrizione Pediatrica) sul percorso di transizione dall’età pediatrica a quella adulta nella cura dell’Esofagite Eosinofila (EoE), una malattia cronica e progressiva in costante aumento tra bambini e adolescenti, ormai non più considerata rara. Spesso confusa con altre patologie e sottostimata,  viene a volte diagnosticata solo al Pronto Soccorso quando il paziente arriva con un bolo alimentare bloccato nell’esofago. Tra i sintomi che possono mettere in allarme i genitori  ci sono il vomito dopo i 18 mesi, se frequente o un ostinato rifiuto del cibo.

I pediatri da tempo sottolineano la necessità di delineare un percorso scientifico che porti alla corretta terapia di questa malattia cronica dopo i 18 anni d’età. Finalmente oggi esiste ed è a disposizione dei medici. Si basa su tre criteri fondamentali per attivare la transizione da età pediatrica a quella adulta: prontezza del paziente, età compresa tra i 14 e i 18 anni,  controllo clinico, endoscopico e istologico stabile da almeno sei mesi. Fondamentale, inoltre, la figura di un nurse/case manager per facilitare la comunicazione tra servizi pediatrici e adulti e personalizzare il follow-up. Il progetto BridgEoE, ha coinvolto esperti italiani in gastroenterologia pediatrica e dell’adulto, allergologi e associazioni di pazienti. “Siamo lieti di avere collaborato con SIGENP, società scientifica con cui  abbiamo potuto realizzare molte iniziative a favore dei pazienti – commenta la dr.ssa Roberta  Giodice, presidente Eseo Italia - in particolare la stesura della consensus per la transizione del paziente dall’età pediatrica all’adulta. Siamo convinti che questo processo se monitorato e indirizzato possa garantire la continuità della cura  e del benessere del paziente”.  L’obiettivo del progetto era quello di definire un algoritmo pratico per garantire la continuità terapeutica durante il passaggio dai servizi pediatrici a quelli per adulti: BridgEoE ha anche validato l’utilizzo del questionario STARx, uno strumento sviluppato dall’Università del North Carolina e ora disponibile in lingua italiana, per misurare il grado di autonomia e consapevolezza del paziente. “L’esofagite eosinofila è una patologia in crescita anche in età pediatrica, e la corretta gestione del passaggio alla cura dell’adulto è fondamentale per evitare ricadute e complicanze come le stenosi esofagee”, spiega il Prof. Claudio Romano, Presidente SIGENP. “BridgEoE è un progetto che ha saputo integrare l’evidenza scientifica con l’esperienza clinica, ponendo al centro il benessere del paziente e della sua famiglia”.

 
“Questo algoritmo offre uno strumento concreto agli specialisti per accompagnare i pazienti in una fase delicata della loro vita, evitando che si perdano nei passaggi di sistema”, aggiunge la Prof.ssa Caterina Strisciuglio, Segretaria SIGENP. Le fasi di passaggio hanno sempre delle criticità. “Uno degli aspetti più importanti di questo progetto è il riconoscimento del ruolo educativo che i pediatri possono svolgere: accompagnare un ragazzo non solo nella cura della propria patologia, ma anche nella crescita personale, aiutandolo a diventare un giovane adulto consapevole e capace di gestire autonomamente la propria salute”, afferma il Prof. Salvatore Oliva, Tesoriere SIGENP e tra i coordinatori scientifici del progetto. “Siamo orgogliosi che SIGENP abbia contribuito a costruire un modello concreto e applicabile, che parte dal rapporto di fiducia tra medico e paziente e punta alla continuità di cura come strumento di prevenzione. Nella settimana dedicata a queste patologie, vogliamo lanciare un messaggio forte: ogni bambino con EoE ben seguito oggi può diventare un adulto senza complicanze domani”.

foto archivio AGR by pixabay

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