Esofagite, presentato BridgEoE, il modello per la transizione dall'età pediatrica a quella adulta
Nella prima giornata Mondiale della Esofagite Eosinofila presentati i risultati del progetto BridgEoE, con la collaborazione di specialisti italiani SIGENP. Criteri fondamentali con l’universita del North Carolina, obiettivo accompagnare i giovani con esofagite eosinofila alla cura dopo i 18 anni


(AGR) Si chiama BRIDGEoE l’innovativo progetto nazionale presentato da SIGENP (Società Italiana di Gastroenterologia Epatologia e Nutrizione Pediatrica) sul percorso di transizione dall’età pediatrica a quella adulta nella cura dell’Esofagite Eosinofila (EoE), una malattia cronica e progressiva in costante aumento tra bambini e adolescenti, ormai non più considerata rara. Spesso confusa con altre patologie e sottostimata, viene a volte diagnosticata solo al Pronto Soccorso quando il paziente arriva con un bolo alimentare bloccato nell’esofago. Tra i sintomi che possono mettere in allarme i genitori ci sono il vomito dopo i 18 mesi, se frequente o un ostinato rifiuto del cibo.
I pediatri da tempo sottolineano la necessità di delineare un percorso scientifico che porti alla corretta terapia di questa malattia cronica dopo i 18 anni d’età. Finalmente oggi esiste ed è a disposizione dei medici. Si basa su tre criteri fondamentali per attivare la transizione da età pediatrica a quella adulta: prontezza del paziente, età compresa tra i 14 e i 18 anni, controllo clinico, endoscopico e istologico stabile da almeno sei mesi. Fondamentale, inoltre, la figura di un nurse/case manager per facilitare la comunicazione tra servizi pediatrici e adulti e personalizzare il follow-up. Il progetto BridgEoE, ha coinvolto esperti italiani in gastroenterologia pediatrica e dell’adulto, allergologi e associazioni di pazienti. “Siamo lieti di avere collaborato con SIGENP, società scientifica con cui abbiamo potuto realizzare molte iniziative a favore dei pazienti – commenta la dr.ssa Roberta Giodice, presidente Eseo Italia - in particolare la stesura della consensus per la transizione del paziente dall’età pediatrica all’adulta. Siamo convinti che questo processo se monitorato e indirizzato possa garantire la continuità della cura e del benessere del paziente”. L’obiettivo del progetto era quello di definire un algoritmo pratico per garantire la continuità terapeutica durante il passaggio dai servizi pediatrici a quelli per adulti: BridgEoE ha anche validato l’utilizzo del questionario STARx, uno strumento sviluppato dall’Università del North Carolina e ora disponibile in lingua italiana, per misurare il grado di autonomia e consapevolezza del paziente. “L’esofagite eosinofila è una patologia in crescita anche in età pediatrica, e la corretta gestione del passaggio alla cura dell’adulto è fondamentale per evitare ricadute e complicanze come le stenosi esofagee”, spiega il Prof. Claudio Romano, Presidente SIGENP. “BridgEoE è un progetto che ha saputo integrare l’evidenza scientifica con l’esperienza clinica, ponendo al centro il benessere del paziente e della sua famiglia”.
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