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Elezioni Politiche 2018: vince chi ha perso?

print07 marzo 2018 14:28
Presidente della Repubblica Italiana - Sergio Mattarella

Presidente della Repubblica Italiana - Sergio Mattarella

(AGR) Più o meno, l’esito delle elezioni politiche era stato previsto. Grazie ai tanti sondaggi commissionati, gli esiti della consultazione non erano più un mistero per nessuno o quasi. Candidati, direzioni dei partiti e chiunque fosse coinvolto a vario titolo nell’evento, dentro o fuori casa nostra, sapeva come sarebbe andata a finire.

Trascinati dai vari media, anche i cittadini politicamente più sprovveduti erano a conoscenza, perlomeno per grosse linee, di quale sarebbe stata la sentenza emanata dalle urne.

M5S e Coalizione di Centrodestra, i vincitori, metabolizzati i momenti di legittima euforia, immortalati da dichiarazioni ottimistiche e roboanti, baci e abbracci in diretta, sono attesi dalla madre di tutte le mission: tentare di dare un governo all’Italia.

Tuttavia, sebbene accomunati dall’antieuropeismo, al momento le due forze non lasciano trasparire l’intenzione di vedersi e aprire negoziati di governo. Anzi, tenendo conto di dichiarazioni che il leader della coalizione di centrodestra Salvini ha rilasciato a caldo a vittoria certa (“No a coalizioni strane…”), è presumibile che l’apertura di tavoli sia di là da venire. Inoltre il fatto che tutt’e due (M5S e Coalizione di Centro Destra) si proclamino vincitori (con ciò sottintendendo di avere il diritto di ricevere “per primi” il mandato esplorativo del Presidente della Repubblica, Mattarella), fa sì che gli attriti si acuiscano.

Scartata dunque la possibilità di un “Governo dei vincitori”, a causa della nemmeno troppo dissimulata incompatibilità di fondo che, almeno al momento in cui scriviamo, sarebbe da ostacolo ad un avvicinamento tra le due forze politiche, da più parti viene ventilata l’ipotesi di un governo messo in piedi con l’appoggio del Partito Democratico, non importa se a guida dell’una o dell’altra forza leader.

I numeri finali scaturiti dalla consultazione ci sarebbero e indicherebbero che, in entrambi i casi, ci sarebbe la possibilità di dare vita ad un’amministazione M5S o Coalizione di Centro Destra.

Paradossalmente, il Partito Democratico diventerebbe l’ago della bilancia!

Certo, in linea del tutto teorica, la strada sarebbe praticabile.

Ma chi negli anni ha bersagliato il PD con epiteti irriferibili, l’ha vilipeso, pesantemente irriso e chi, invece, nel perseguire la propria visione politica si è sempre posto in netta posizione antitetica ad esso, attaccandone quotidianamente le politiche, ora andrebbe “a Canossa” ad elemosinare quei sessanta, settanta voti? E comunque, ammesso e non concesso, il prezzo che M5S o Coalizione di Centro Destra dovrebbero pagare per avere la partnership del PD sarebbe altissimo in ogni caso.

R. BERGAMI

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