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IL CASHBACK: Una iniziativa lodevole ideata da un burocrate che ama la complessità

Una lodevole iniziativa piena di complicazioni per il cittadino

printDi :: 10 dicembre 2020 12:54
cashback

cashback

(AGR) E’ partita con grandi difficoltà, in questi giorni, l'operazione cashback destinata ai consumatori finali.

Chiariamo innanzi tutto cosa viene rimborsato al consumatore finale.

 
Viene rimborsato il 10% delle spese effettuate con moneta elettronica, a condizione che nel corso di un semestre siano effettuate almeno 50 transazioni con moneta elettronica.

E fin qui tutto sembra semplice, ma chiaramente il burocrate di turno è intervenuto e ha lasciato il segno sulla procedura!

Dal computo delle transazioni che effettua il consumatore devono essere esclusi gli acquisti on line. Quindi in piena pandemia COVID-19, con le note restrizioni alla circolazione, se volessimo aderire all’iniziativa saremmo costretti a recarci nei centri commerciali, che per altro nei giorni festivi sono chiusi, o presso un negozio sotto casa.

Il rimborso avviene mediante accreditamento sul conto corrente del consumatore che dovrà comunicarlo tramite una apposita app da scaricare e l’ammontare massimo rimborsabile è pari a 150 euro a semestre.

Queste sono le regole generali, ma dall’8 al 31 dicembre 2020 è previsto un cashback specifico, sempre pari al 10% con un massimo di 150 euro, ma a fronte di 10 transazioni effettuate nel periodo.

Il rimborso per il periodo di Natale sarà quindi pari al 10% della spesa e potrà arrivare fino a 150 euro con un limite per singola operazione pari a massimo di 15 euro. Quindi per semplificare il tutto (si fa per dire naturalmente), chi effettua 10 acquisti da 50 euro e uno da 800 euro nel periodo natalizio riceverà un cashback di soli 65 euro (5 euro per ciascuno dei 9 acquisti da 50 euro e 15 euro per l’acquisto da 800 euro) a fronte di una spesa di 1.300 euro.

Ma andiamo alle ulteriori complicazioni che sono state frapposte alla buona riuscita dell’operazione nata per combattere l’evasione fiscale incentivando l’uso della moneta elettronica.

Innanzitutto, è necessario che il sistema informatico che gestisce l'operazione cashback sia in grado di monitorare il numero e l’importo delle transazioni effettuate e che preventivamente il consumatore abbia scaricato l'apposita applicazione e si sia registrato.

E la domanda sorge spontanea. Dove sta la complicazione?

Semplice per registrarsi è necessario lo SPID.

Quindi senza SPID non è possibile accedere all’iniziativa cashback. Dopo aver effettuato la registrazione sarà necessario comunicare al sistema quali sono gli strumenti di moneta elettronica utilizzati che devono essere necessariamente intestati al soggetto che si registra al sistema e che si vuole utilizzare per partecipare all’iniziativa, registrando tutte le carte di debito, tutte le carte di credito, tutti i bancomat oltre che le varie app di pagamento già utilizzate sul cellulare ed infine va indicato il conto corrente sul quale si vuole ottenere l’agognato accredito.

Per semplificare la vita al consumatore il sistema non accetta tutti gli strumenti di moneta elettronica (sarebbe stato troppo semplice) e quindi il consumatore dovrà preventivamente accedere ad un apposito sito per verificare se i circuiti ai quali sono agganciati i suoi mezzi elettronici di pagamento sono convenzionati con l’iniziativa cashback.

Ma la complicazione non finisce qui perché occorre considerare che concorrono a formare il monte delle operazioni e delle spese effettuate ai fini dell’iniziativa esclusivamente le operazioni effettuate al di fuori dell’esercizio di arte, professione o impresa, infatti in sede di inserimento dello strumento di pagamento da utilizzare il consumatore dovrà anche dichiarare che lo strumento di pagamento viene utilizzato esclusivamente per finalità “private”.
Quindi tutti coloro che utilizzano la medesima carta di pagamento sia per acquisti in ambito professionale che per esigenze personali come consumatore finale non dovranno fare altro che munirsi di una nuova carta di pagamento da destinare esclusivamente al consumo privato.

Ultima complicazione, se il circuito di moneta elettronica utilizzato dal fornitore del bene o del servizio non rientra tra quelli riconosciuti dal cashback, l'operazione di pagamento sarà esclusa ai fini del rimborso.

Quindi riassumendo è necessario scaricare un app sul cellulare, l’app deve funzionare, ci si deve registrare al servizio cashback con lo SPID, non si possono fare acquisti on line, ci si deve munire di apposita carta di pagamento per gli acquisti come consumatore finale, si deve verificare, prima di fare l’acquisto, che il venditore abbia aderito al circuito cashback, si devono effettuare almeno 50 transazioni a semestre e il rimborso per calcolarlo è necessario un professore di matematica!

In conclusione mi domando perché si decanta tanto la semplificazione da parte del Governo e poi ogni iniziativa, seppur lodevole per lo scopo, come quella del cashback, deve essere affidata al burocrate di turno che costruisce una procedura complessa che disincentiva l’iniziativa stessa sul nascere?

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