Attentato alla Corte Suprema Federale di Brasilia DF
Esplosioni nella notte
Palazzo della Polizia Federale
(AGR) Mercoledì 13 novembre, intorno alle 19:30, un’auto è esplosa nel parcheggio situato tra la sede della Corte Suprema (STF) e l’Annesso IV della Camera dei Deputati. Il veicolo, con targa di Rio do Sul (Santa Catarina), conteneva fuochi d’artificio e mattoni nel bagagliaio.
Subito dopo, si è verificata una seconda esplosione in Praça dos Três Poderes, dove è stato trovato morto un uomo, ritenuto il principale sospettato. Secondo la Polizia Militare del Distretto Federale, l’uomo potrebbe aver commesso un “autosterminio con esplosivi”. Indossava un abito verde con simboli delle carte da gioco. Un testimone ha riferito alla Polizia Civile che l’uomo aveva uno zaino, dal quale ha estratto vari oggetti e un estintore. Ha lanciato una maglietta verso la statua di fronte alla Corte Suprema e, dopo essersi avvicinato a una guardia di sicurezza, ha mostrato un oggetto simile a un orologio digitale, forse una bomba. Ha quindi lanciato due o tre ordigni esplosivi, poi si è sdraiato a terra e ha attivato un altro ordigno, posizionandolo sotto la testa.
La sessione della Corte Suprema era già conclusa al momento delle esplosioni, ma Camera e Senato erano ancora in riunione. Dopo gli scoppi, le sessioni sono state sospese e i ministri della STF, insieme al personale, sono stati evacuati in sicurezza. In un comunicato, la STF ha riferito che “si sono sentiti due forti colpi e i ministri sono stati messi in sicurezza”.
posto di blocco nella Capitale
Il presidente del Senato, Rodrigo Pacheco, ha espresso profondo rammarico per l’accaduto e ha dichiarato che la sicurezza a Praça dos Três Poderes era stata già potenziata dopo gli eventi di violenza dell’8 gennaio. Anche il presidente Luiz Inácio Lula da Silva, pur non essendo presente al Palazzo Planalto, ha ordinato un rafforzamento delle misure di sicurezza da parte dell’esercito e ha incontrato al Palácio da Alvorada i ministri della STF, Alexandre de Moraes e Cristiano Zanin, insieme al direttore generale della polizia federale, Andrei Rodrigues, per discutere della situazione.