Roma, convegno all'istituto S.Orsola sulle "immigrazioni"

Nella sua analisi il dr. Roncella ha posto l’attenzione come “troppo spesso” gli immigrati vengano tacciati, ingiustamente, di provocare gravi squilibri e danni all’economia locale, se non quando, vengano accusati di ruberie e trasformati nei responsabili di violenze e furti. In realtà, ha dimostrato Angelo Roncella, spesso siamo di fronte a luoghi comuni ed indebite generalizzazioni, per fare questo ha ricordato l’intercettazione del 1973 in cui Richard Nixon parlava con John Ehrlichman, tra i suoi collaboratori più stretti alla Casa Bianca, destinato a finire in galera per lo scandalo Watergate. In poche battute, il presidente riuscì a condensare un po’ tutti gli stereotipi contro i nostri emigrati che si sperava fossero stati finalmente sepolti.
“Gli italiani non sono ecco…. non sono come noi”. Precisò: “La differenza sta nell’odore diverso, nell’aspetto diverso, nel modo di agire diverso. Dopo tutto non si possono rimproverare. Non si può. Non hanno mai avuto quello che abbiamo avuto noi.Il guaio è che non si riesce a trovarne uno che sia onesto”.
Troppo spesso, è emerso nel dibattito, si ritiene l’immigrato sia “diverso” e per questo da emarginare e combattere. Motivo prevalente della relazione, infatti, è stata l’analisi dell’immigrazione in Italia ed il dibattito costi-benefici che ne è seguito.
Al di là della questione morale e sociale che vede la Fondazione impegnata in prima persona nel sostegno ai più deboli e bisognosi, nella sala ha prevalso la convinzione che, oltre a garantire l’accoglienza, sia fondamentale l’impegno civico, soprattutto in chiave futura, da parte dell’Europa a favore dei paesi africani, al fine di promuoverne la crescita socio-economica, vero polo attrattivo, per evitare la fuga, sempre dolorosa, dalle proprie città.
