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Tutti insieme online il 30 dicembre per il "Capodanno" con il veglione dell'Intercultura

printDi :: 29 dicembre 2020 15:55
Tutti insieme online il 30 dicembre per il Capodanno con il veglione dell'Intercultura

(AGR) Il 30 dicembre sarà la prima volta che, per festeggiare la fine dell’anno, si organizzerà un “Veglione dell’Intercultura”, naturalmente su internet e non in presenza a causa della pandemia in corso. A promuovere l’evento online sono alcune organizzazioni che si rifanno al grande  insegnamento di don Luigi di Liegro, indimenticabile fondatore della Caritas diocesana di Roma: la Fondazione che porta il suo nome; il gruppo Welcome, costituito nella Parrocchia S. Pio X da Lidia Pittau, interprete della visione interculturale di don Luigi; i numerosi mediatori che dalla fine degli anni ’80 sono stati eccezionali promotori delle attività interculturali; il Centro didattico interculturale Celio Azzurro, il cui originale sistema formativo ha dato origine a un film-documentario di Edoardo Winspeare molto apprezzato da pubblico e critica; il Centro studi e ricerche Idos, che con il Dossier Statistico Immigrazione, il primo rapporto statistico sull’argomento, da 30 anni promuove l’informazione e l’apertura al fenomeno tanto auspicate da Di Liegro; l’asilo nido Munting Tahanan, fondato dall’associazione Filippini Migrant Workers e propostosi fin dall’inizio come struttura aperta ai bambini di tutte le nazioni.

La serata verrà trasmessa a partire dalle 21.30 sul canale YouTube del Centro studi e ricerche Idos, per salutare il 2020 e aspettare l’anno nuovo in una maniera diversa, alternando 25 testimonianze a musica e canzoni. Quale valore dare oggi a concetti quali diversità, dialogo, integrazione, convivenza tra italiani e immigrati? Durante il “Veglione dell’Intercultura” saranno d’aiuto gli amici vissuti a Roma e trasferitisi in paesi europei oppure oltreoceano. Gli intervalli musicali, con l’intervento di diversi artisti, verranno curati dall’etnomusicologo latinoamericano Roland Ricaurte: farà da filo rosso all’incontro la sua canzone “Uomini in movimento”. Il coordinamento sarà a cura di Karolina Peric.
Ai partecipanti sarà donato dal Centro studi e ricerche Idos, con il supporto dell’8 per mille della Chiesa valdese, il Dossier Statistico Immigrazione 2020, scaricabile in formato pdf durante l’evento.
 
«Il panorama attuale non deve far dimenticare quello che è stato e ancora potrebbe essere l’impatto di una strategia interculturale», ricorda Franco Pittau, con Di Liegro fondatore del Dossier statistico immigrazione, ex presidente del Centro studi e ricerche Idos e ideatore del Veglione. «Nel 2006 una delegazione dei responsabili del “Forum per l’intercultura”, guidata all’audizione da monsignor Guerino Di Tora, fece una dettagliata relazione alla Commissione cultura della Camera dei deputati.

 
Questa la sintesi: organizzati ogni anno decine di laboratori didattici; formate complessivamente diverse migliaia di docenti, raggiungendo un numero altissimo di studenti tramite gli insegnanti o i mediatori; partecipazione con svariate iniziative in diversi ambiti (associativo, parrocchiale, amministrativo, culturale e politico); stretto collegamento con i Municipi romani e le istituzioni, fino a vedere la strategia interculturale fatta propria dal Comune capitolino con l’iniziativa “Intermundia”. Altri tempi, si direbbe. Tempi in cui monsignor Di Liegro non si faceva scrupolo di ricordare che era figlio di un emigrato andato irregolarmente negli Stati Uniti».
Peraltro, prosegue Pittau, «negli anni ’50 e ‘60 si stima che furono quasi 7 milioni gli emigrati, circa la metà trasferiti all’estero senza previa autorizzazione. Nel suo ultimo libro Immigrazione un punto di vista (1997), Di Liegro invitava i politici a essere “educatori e non sobillatori dei cittadini”, frase che allora scandalizzò il ministro dell’Interno Giorgio Napolitano, ma di cui riconobbe la fondatezza durante la presentazione del volume. Tempi in cui il nuovo sindaco di Roma si lamentò per non essere stato invitato alla chiusura annuale del “Forum per l’intercultura”, per poter esporre a diverse centinaia di docenti e operatori sociali le interconnessioni tra il loro impegno e il programma della Giunta comunale, come poi effettivamente fece», conclude Pittau.

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