Tivoli, braccialetto elettronico ad uno stalker che dopo maltrattamenti e botte, continuava a minacciare la sua "ex"
Botte e gelosia durante la relazione, poi proseguiti dopo la separazione, quando l’uomo ha aggravato gli atteggiamenti provocatori e violenti, danneggiando i vetri degli infissi dell’abitazione o tagliando le gomme dell’autovettura della ragazza. L’uomo non mancava poi di indirizzarle minacce
(AGR) Nella giornata di ieri, gli agenti del pool specializzato nella violenza di genere e minori del Commissariato Distaccato di Tivoli, coordinati dal “Gruppo uno” della Procura tiburtina, hanno dato esecuzione alla misura cautelare coercitiva nei confronti di un trentenne, residente a Tivoli, gravemente indiziato di maltrattamenti familiari, lesioni personali e atti persecutori perpetrati (c.d. “Stalking”) nei confronti della propria ex convivente.
Al termine di una relazione complessa durata alcuni mesi infatti, l’uomo aveva inasprito sempre di più la sua aggressività, a causa della decisione della donna di separarsi da lui. Nel corso della convivenza, infatti, si era dimostrato possessivo e violento: “…in un’occasione - scrive il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Tivoli - le aveva dato una gomitata sul naso, deviandole il setto nasale; in un’altra l’aveva presa per la gola; inoltre, non le permetteva di uscire da sola con le amiche ed aveva bloccato tutte le utenze di presunti ex fidanzati presenti sul suo telefono cellulare…”, isolandola in tal modo dagli amici e serrando il loro rapporto come “in una bolla”.
Dopo la separazione, l’uomo ha ulteriormente aggravato i suoi atteggiamenti di ostilità nei suoi confronti, con atteggiamenti provocatori e violenti, danneggiando i vetri degli infissi dell’abitazione, ovvero lacerando le gomme dell’autovettura della ragazza, costringendola così a modificare le proprie abitudini a causa della crescente ansia e preoccupazione per le reazioni del compagno, decidendo di andare via di casa, di adottare cautele per evitare che l’uomo rintracciasse lei o i suoi beni, come ad esempio adottare l’accortezza di parcheggiare l’auto nei pressi di edifici pubblici, confidando che la presenza delle telecamere scoraggiasse ulteriori azioni vandaliche o ritorsive.
L’uomo non mancava poi di indirizzarle minacce anche in presenza degli amici di lei, oppure di turbarla con telefonate notturne o pubblicando alcuni post su Facebook dal contenuto chiaramente intimidatorio.
Particolarmente significativo nella vicenda è risultato il supporto fornito non solo dagli investigatori sin dal primo contatto con la vittima, ma anche dalla rete familiare e dagli amici della ragazza, che non hanno esitato a sostenerla nel suo perdurante e grave stato di ansia e di paura.Nella delicatissima tematica del “CODICE ROSSO”, la Polizia di Stato va in soccorso delle vittime le quali, nel momento in cui decidono di denunciare, non devono temere di non essere credute.
Quanto inequivocabilmente riscontrato nel corso delle indagini ha consentito dunque al G.I.P del Tribunale di Tivoli l’emissione nei confronti dell’indagato di una ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai suoi familiari, nonché ai luoghi da loro frequentati, con l’applicazione del dispositivo elettronico di controllo (cd. “braccialetto elettronico”), eseguita, come detto, nella mattinata odierna dagli Agenti del Commissariato tiburtino.Ad ogni modo tutti l’indagato è da ritenere presunto innocente, in considerazione dell'attuale fase del procedimento ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.