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Subiaco, incendiano una tettoia e minacciano di morte i vicini, in manette madre e figli

I tre in lite con i vicini di casa ed i loro familiari, armati di mazze da baseball e di un piccone, hanno dapprima tentato di entrare nella proprietà di una coppia vicini di casa minacciandoli ripetutamente di morte, poi, con del liquido infiammabile hanno appiccato il fuoco ad una tettoia in legno

printDi :: 01 dicembre 2025 13:01
Carabinieri intervenuti a Subiaco

Carabinieri intervenuti a Subiaco

(AGR) I Carabinieri della Stazione di Subiaco, coadiuvati dal personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Subiaco, hanno arrestato tre persone, madre e figli, per minacce aggravate, violazione di domicilio, incendio doloso e atti persecutori.

I tre, da tempo in lite con alcuni vicini di casa e con i loro familiari, armati di mazze da baseball e di un piccone, hanno dapprima tentato di entrare nella proprietà di una giovane coppia loro vicini di casa minacciandoli ripetutamente di morte, subito dopo, si sono diretti verso l’abitazione di altri familiari della coppia, lungo la strada provinciale che collega il centro cittadino a Monte Livata e qui, armati ancora di mazze da baseball e piccone, hanno prima inseguito uno degli abitanti che è riuscito ad allontanarsi di corsa verso la boscaglia e dopo, con del liquido infiammabile e un accendino che avevano già con loro, hanno appiccato il fuoco ad una tettoia in legno di una casa in costruzione, prontamente spento dai Vigili del Fuoco di Subiaco intervenuti sul posto.

 
Appiccato il fuoco si sono dati alla fuga, ma solo dopo qualche centinaio di metri sono stati intercettati e bloccati dai Carabinieri.

Gli arrestati sono stati portati nel carcere di Rebibbia, in attesa delle determinazioni dell’Autorità Giudiziaria.

Tanto si comunica nel rispetto dei diritti degli indagati (da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito. Quanto sopra, si comunica, nel rispetto degli indagati che sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.

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