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Roma, ricordato questa mattina all'Ardeatino il Gen. dei Carabinieri Enrico Galvaligi, ucciso dai terroristi il 31 dicembre 1980

In occasione del 43° anniversario della scomparsa è stata deposta davanti alla lapide che ne ricorda il sacrificio, una corona d'alloro nel quartiere Ardeatino nella piazza che gli è stata intitolata

printDi :: 29 dicembre 2023 16:02
Carabinieri la cerimonia all'Ardeatino deposizione corona d'alloro foto da comunicato stampa

Carabinieri la cerimonia all'Ardeatino deposizione corona d'alloro foto da comunicato stampa

(AGR) Questa mattina, in occasione del 43° anniversario della morte, è stato ricordato a Roma il Generale dei Carabinieri Enrico Galvaligi. Davanti alla lapide che ne ricorda il sacrificio, nella piazza a lui intitolata, nel quartiere Ardeatino a Roma, dopo gli onori militari resi dalla Guardia d’Onore, è stata deposta una corona di alloro, a nome dell’Arma dei Carabinieri.

Erano presenti il figlio del Generale Galvaligi, Paolo, generale dei Carabinieri in congedo, una rappresentanza delle istituzioni e delle forze dell’ordine.

 
Nato a Solbiate Arno (Varese), l’11 ottobre del 1920, il Generale Enrico Galvaligi fu ucciso la sera del 31 dicembre del 1980 da un commando di terroristi. Galvaligi all’epoca era vice direttore dell’Ufficio per il coordinamento dei servizi di sicurezza nelle carceri e fu stretto collaboratore del Generale Dalla Chiesa prima e del Generale Risi, successivamente. La sera del 31 dicembre mentre stava rientrando con la moglie dalla Messa in parrocchia vicino casa, avvicinandolo con la scusa della consegna di un pacco, due terroristi gli esplosero contro cinque colpi d’arma da fuoco.

Il generale Galvaligi è stato insignito di Medaglia d’Oro al Valor Civile, alla memoria, con la seguente motivazione: “Addetto all’Ufficio di Coordinamento dei servizi di sicurezza degli Istituti di Prevenzione e Pena, in un momento caratterizzato dal riacutizzarsi della violenza contro l’intero sistema carcerario da parte della criminalità eversiva organizzata, perseverava, nonostante le ripetute minacce a lui rivolte, nella propria missione con assoluta dedizione e sprezzo del pericolo in difesa delle istituzioni e nell’interesse della comunità. Nel corso di proditoria imboscata, tesa con estrema efferatezza da gruppo di terroristi, veniva trucidato con numerosi colpi d’arma da fuoco esplosigli da distanza ravvicinata, sublimando col supremo sacrificio una vita spesa al servizio della collettività”.

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