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Roma, quattordicenne in schiavitù, in manette i genitori bosniaci

La minore mediante violenza fisica e verbale, veniva costretta a vivere di stenti, obbligata a svolgere lavori domestici pesanti per una bambina della sua età e costretta a chiedere l’elemosina nei pressi di un supermercato. Sarebbe stata anche promessa in matrimonio ad uno sconosciuto per denaro,

printDi :: 27 novembre 2022 09:34
Polizia San Basilio

Polizia San Basilio

(AGR) Al termine di accurate ed approfondite indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, nella mattinata di ieri, gli agenti della Polizia di Stato del IV Distretto San Basilio hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale, su richiesta della D.D.A. nei confronti di una coppia, marito e moglie, di nazionalità bosniaca, rispettivamente di 41 e 36 anni, gravemente indiziati, in concorso tra  loro, dei reati di riduzione o mantenimento in schiavitù e di lesioni personali gravi, con l’aggravante di aver commesso tali delitti nei confronti della figlia infra14enne. Il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto per l’uomo la custodia cautelare in carcere, mentre la donna  è stata sottoposta agli arresti domiciliari.

Le accurate indagini, che hanno portato all’emissione della suddetta ordinanza da parte del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma, traggono spunto dalle dichiarazioni rilasciate dalla minorenne negli Uffici di Polizia, ove la stessa si era presentata spontaneamente nell’ottobre scorso, raccontando, tra le lacrime, quanto fosse costretta a subire ormai da anni, all’interno del proprio nucleo familiare. La minorenne, infatti, mediante violenza fisica e verbale, veniva costretta a vivere di stenti, obbligata a svolgere lavori domestici non esigibili da una bambina della sua età, e forzata a chiedere l’elemosina nei pressi di un supermercato. Addirittura la minore sarebbe stata promessa in matrimonio ad uno sconosciuto in cambio di denaro, nonostante il suo chiaro rifiuto. La ragazza, subito dopo la denuncia, è stata immediatamente collocata in una struttura protetta dove tuttora permane.

 
Ad ogni modo tutti gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

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