Roma, non voleva più rubare e si era ribellata...ai suo sfruttatori, la Polizia ha arrestato un uomo ed una donna, entrambi di origine rom
La Polizia grazie alle descrizioni fornite dalla vittima ha rintracciato 2 dei 3 aggressori, un uomo e una donna di origine rom, rispettivamente di 20 e 24 anni, i quali sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto per il reato di estorsione e rapina aggravata in concorso
(AGR) Lo scorso 5 aprile, sulla banchina in direzione Laurentina della stazione metropolitana “B” Termini, una donna, 39enne croata, era stata aggredita da 3 persone, con calci e pugni, all’interno del treno.Gli agenti delle volanti della Questura di Roma sono immediatamente intervenuti e, giunti sul luogo della segnalazione, hanno trovato la donna all’ottavo mese di gravidanza a terra poiché, poco prima, era stata aggredita violentemente da 3 persone; quest’ultima era costretta a borseggiare i passeggeri della metropolitana, nonostante fosse in stato interessante.
La donna ha raccontato agli agenti di riconoscere con certezza uno dei suoi aggressori ed ha, altresì, riferito che l’aggressione sarebbe avvenuta poiché questi ultimi pretenderebbero da lei circa 1000 euro al giorno, come provento dei furti che, quindi, era costretta a perpetrare e che era stata malmenata poiché aveva deciso di non voler più lavorare per loro.
Gli investigatori della Polizia di Stato del Commissariato Viminale, grazie alle descrizioni fornite dalla vittima e a seguito di una meticolosa attività info-investigativa, hanno rintracciato 2 dei 3 aggressori, un uomo e una donna di origine rom, rispettivamente di 20 e 24 anni, i quali sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto perché gravemente indiziati del reato di estorsione e rapina aggravata in concorso. L’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’operato degli agenti.
Ad ogni modo gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.
foto archivio AGR