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Roma, in fiamme il Village, lo stabilmento era stato messo a bando dal Campidoglio

Possanzini: "A pochi giorni dalla procedura ad evidenza pubblica per individuare il futuro concessionario della struttura, l’ennesimo rogo ci riconsegna una realtà tutt’altro che rosea. Il Village, come ogni bene confiscato, non può essere uno spazio “anonimo” ma deve esere un simbolo di riscatto,

printDi :: 21 giugno 2025 16:59
Roma, in fiamme il Village, lo stabilmento era stato messo a bando dal Campidoglio

(AGR) E' stata una notte di fuoco ad Ostia.Le fiamme dell'ennesimo incendio in uno stabilimento balneare del litorale romano si sono sviluppate ieri sera verso le 22 ed i pompieri hanno lavorato tutta la notte per spegnere i focolai. Le fiamme hanno distrutto sette cabine dello stabilimento balneare Village di Ostia. Si sta indagando sulle cause del rogo ma i pompieri non avrebbero trovato inneschi o contenitori di liquido infiammabile.

Nel febbraio scorso per la prima volta lo stabilimento era stato danneggiato dal fuoco. Da due anni, di fatto, lo stabilimento è chiuso ed è passato sotto la gestione dell’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati, che l’ha affidato nei mesi scorsi al comune di Roma che l'ha messo a bando.

"Su quanto è accaduto nello Stabilimento Village, a 5 mesi da un altro incendio, stanno indagando gli inquirenti. - scrive questa mattina Marco Possanzini, Capogruppo Sinistra Civica Ecologista Municipio Roma X - L'auspicio è che nel più breve tempo possibile sia fatta piena luce su un fatto, qualunque sia la matrice.

 
A pochi giorni, infatti, dalla procedura ad evidenza pubblica per individuare il futuro concessionario della struttura confiscata al clan Fasciani, l’ennesimo rogo ci riconsegna una realtà tutt’altro che rosea. Il Village, come ogni bene confiscato, non può essere uno spazio “anonimo” ma deve assumere la sostanza di un simbolo di riscatto, di riconquista del territorio da parte dei cittadini, di lotta all'assuefazione della presenza mafiosa nel Municipio.

Uno dei punti cardine della lotta alla criminalità organizzata è il recupero a fini sociali dei patrimoni accumulati grazie alle attività malavitose. Si tratta di un principio cardine del contrasto culturale al radicamento territoriale delle organizzazioni malavitose che ha consentito nel tempo di avviare una serie di iniziative con finalità sociali, anche con forti contenuti di carattere simbolico, in grado di costruire un antidoto alla pervasività del fenomeno mafioso e al tempo stesso di offrire opportunità di sviluppo e servizi per tutta la collettività, in particolare per la parte più fragile della nostra comunità.

Per questo i beni sequestrati e riconsegnati alla società devono essere tutelati, anche con iniziative ed impegni straordinari. Ed allora ci si chiede - continua Possanzini - perché, al netto di quanto accaduto di nuovo, quella struttura balneare ha incontrato così tante difficoltà nella gestione..... Basta fare due passi all'interno per comprendere come qualcosa non abbia funzionato in passato e non funzioni ancora oggi. L’antimafia non si esaurisce nell’attività investigativa e giudiziaria ma ha senso solo se si conclude con la restituzione "efficace" dei beni confiscati alla comunità, anche se questo dovesse significare l'istituzione di canali preferenziali, attivare attenzioni speciali sul bene in oggetto, recuperare specifici finanziamenti pubblici così come indica anche la Corte dei Conti.

Per questo servono più controlli, più risorse pubbliche, e delle normative atte allo scopo in grado di permettere un efficiente utilizzo dei beni confiscati altrimenti lo Stato sarà battuto nella lotta alle mafie durante il secondo tempo dello scontro e cioè quando l'assuefazione e la rassegnazione dei cittadini prevarranno sulla voglia di eradicare dalla società criminalità e malaffare.

L’incendio di questa notte,  - conclude Possanzini - come in un tragico gioco dell’oca, ci riporta al punto di partenza. Dobbiamo fare qualunque cosa in ordine alle nostre responsabilità per scongiurare il fatto che passi un messaggio devastante e cioè che la gestione dello Stato di un bene confiscato sia meno efficace di quando c’era qualcun altro prima a gestirlo. L’appello è veramente a tutte le articolazioni dello Stato, facciamo in modo che il Village risorga dalla ceneri in cui è finito, che sia come l’Araba Fenice simbolo di rinascita e di resilienza in grado di vincere ogni avversità. Durante la prossima seduta dell’Osservatorio della Legalità e Antimafia Sociale sarà posta la questione".


foto archivio AGR ingresso spiaggia Village

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