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Pomezia, stop all'accesso alle aree urbane ad 11 giovani

Le misure di prevenzione del divieto di accesso alle aree urbane (Daspo urbano) sono state emesse dal Questore di Roma dopo che i carabinieri avrebbero accertato il loro convolgimento in risse e danneggiamenti a Pomezia.Inoltre i destinatari non potranno frequentare il centro cittadino da 1 a 3 anni

printDi :: 26 giugno 2024 18:50
Pomezia, stop all'accesso alle aree urbane ad 11 giovani

(AGR) I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pomezia hanno notificato a 11 ragazzi, la maggior parte dei quali minorenni e di nazionalità italiana e straniera, la misura di prevenzione del divieto di accesso alle aree urbane, altrimenti nota come “Daspo urbano”, emessi dal Questore di Roma.

In particolare i Carabinieri, a seguito di varie attività d’indagine svolte negli ultimi mesi, le quali hanno consentito di raccogliere elementi indiziari a carico dei giovani, risultati tutti coinvolti, a vario titolo, in più episodi di risse e danneggiamenti commessi nel comune di Pomezia, hanno richiesto e ottenuto la misura di prevenzione, in forza della quale i destinatari hanno ricevuto il divieto di frequentare il perimetro del centro cittadino per un periodo che va da 1 a 3 anni, con l’obiettivo di salvaguardare l’Ordine e la Sicurezza pubblica.

Tra l’altro, nel mese di marzo scorso, sempre nell’ambito dei medesimi controlli contro la mala movida, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Pomezia avevano anche proposto e ottenuto la temporanea chiusura di un circolo privato e di un punto ristoro in forza di un provvedimento emesso dal Questore ex art. 100 TULPS nei confronti dei due esercizi pubblici considerati ritrovo dei giovani violenti.

L’area del centro cittadino, dunque, continuerà ad essere oggetto di intensi controlli da parte delle pattuglie dell’Arma per verificare il rispetto delle misure e salvaguardare così la sicurezza della cittadinanza, turbata dai fatti che avevano visti protagonisti i ragazzi. Quanto sopra, si comunica, nel rispetto degli indagati che sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito

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