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Pakistano radicalizzato in attesa rimpatrio, arrestato dai ROS: faceva propaganda per la Jihad

Sul suo telefono sono stati rinvenuti molti video e fotografie, alcuni dei quali anche pubblicati e condivisi sui social, dei campi di addestramento in Afghanistan ed espressioni elogiative nei confronti delle organizzazioni jihadiste, invitanti al martirio contro gli “infedeli”.

printDi :: 29 dicembre 2021 15:50
Pakistano radicalizzato in attesa rimpatrio, arrestato dai ROS: faceva propaganda per la Jihad

(AGR) Arrestato 31enne pakistano F. A. con l’accusa di istigazione a delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo. Lo straniero, già residente a Francavilla al Mare (CH) da circa 3 anni ed impiegato in un autolavaggio, era stato precedentemente raggiunto, in data 18 agosto scorso, dal provvedimento di espulsione dal territorio nazionale per ordine e sicurezza pubblica, emesso dal Prefetto di Chieti, e si trovava in attesa dell’esecuzione del rimpatrio coattivo. La misura cautelare è il frutto di una complessa ed articolata attività di indagine dei Carabinieri del ROS, durante la quale si dimostrava un rapido ed intenso processo di “autoradicalizzazione” islamica del pakistano, che aveva assunto connotazioni estremiste di natura salafita.

Indizio, quest’ultimo, che spingeva gli inquirenti a svolgere ulteriori attività investigative nei confronti del pakistano, che riuscivano a documentare una sua continua attività di propaganda apologetica, tramite Facebook, consistente in “post” e commenti a favore dei metodi terroristici e delle vittorie delle milizie talebane.

 
Gli inquirenti hanno altresì dimostrato come l’uomo abbia inoltrato a più persone, via WhatsApp, video e fotogrammi di propaganda jihadista, palesando un’esplicita attività di istigazione a commettere i delitti di partecipazione ad associazioni con finalità di terrorismo ed attentati terroristici. Il pakistano si rivolgeva in lingua urdu ai propri concittadini, sia quelli residenti in Italia che in Pakistan, tentando di influenzarli in senso radicale, pubblicando immagini elogiative dei talebani, e in particolare dell’organizzazione terroristica Tehrik-i-Taliban Pakistan (TTP).

Sul suo telefono, precedentemente sequestrato, sono stati infatti rinvenuti molti video e fotografie, alcuni dei quali anche pubblicati e condivisi sui social, dei campi di addestramento in Afghanistan, di miliziani armati, effigi di Osama Bin Laden e dei leader talebani, con espressioni elogiative nei confronti delle organizzazioni jihadiste, invitanti anche esplicitamente al martirio contro gli “infedeli”.

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