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Ostia, polemiche dopo la demolizione chioschi

print26 marzo 2018 13:17
Ostia, polemiche dopo la demolizione chioschi
(AGR) Sulle demolizioni dei chioschi ad Ostia ponente, strutture in legno tra l’altro realizzate alcuni anni fa dal comune, è scontro politico. Il M5S va avanti per la propria strada incurante dei clamori e delle proteste che sta suscitando il provvedimento.“Se dobbiamo parlare di azioni di contrasto all’illegalità – ha affermato l’assessore all’ambiente Alessandro Ieva - è perché il territorio è stato gestito in modo irresponsabile e incompetente, sia dal PD, sia dalle amministrazioni che si sono alternate negli anni, ignorando quanto di illegale si era configurato rendendo permeabile la macchina amministrativa alla criminalità e che ha determinato il commissariamento. Il lavoro della Commissione Straordinaria e le indagini da parte della Magistratura e della Corte dei Conti, hanno portato alla necessità di riportate le spiagge alle loro condizioni originarie di legalità.

L’abbattimento delle strutture lignee, corrispondenti agli ex chioschi, prive delle caratteristiche necessarie ai fini della garanzia della sicurezza strutturale, rientrano nelle azioni che questa amministrazione municipale, in sinergia con Roma Capitale, sta portando avanti al fine di garantire la libera fruizione delle spiagge libere garantendo sempre i servizi essenziali quali salvamento a mare, pulizia degli arenili, servizi igienici, docce, zone d’ombra e passarelle per disabili. Questo percorso è parte integrante di un processo che porterà all’attuazione del PUA Capitolino e che vedrà ridisegnato tutto il lungomare, con l’abbattimento del famigerato “lungomuro”, nel rispetto delle leggi, restituendo la visuale del mare e del bene pubblico ai cittadini. Il PD continua a dimostrare irresponsabilità.

Nei giorni scorsi ha manifestato contro questo provvedimento. Se fossero responsabili ed intellettualmente onesti, dovrebbero invece essere parte integrante di questo percorso di legalità e anche loro dovrebbero dire la verità ossia che, secondo quanto disciplinato dall’art.7, comma 5, della L.R. n.8 del 26.06.2015, così come sostituito dalla L.R. n.9 del 14.08.2017, i comuni sono obbligati a riservare alla pubblica fruizione una quota di almeno il 50% dell’arenile e che nelle more dell’approvazione del PUA capitolino, ai comuni che non rispettano la suddetta quota, è sempre fatto divieto di rilasciare nuove Concessioni Demaniali Marittime anche temporanee o di durata stagionale. Continuare a chiedere “lettini e caffè”- conclude la nota dell’assessore Ieva - (con guadagni privati senza che venga pagato alcun Canone demaniale allo Stato ed alla Regione) sulle spiagge libere, oltre a creare confusione e ad ingannare i cittadini, è la dimostrazione di una vergognosa doppia morale che chiede legalità ma anche di andare contro la legge. Questo metodo non ci appartiene e mai ci apparterrà”. I lotti coinvolti nei lavori di demolizione delle strutture lignee (dal lotto 1 al lotto 8 sono elencati di seguito non in ordine di demolizione): Happy Surf (2) ex Tamerici, exMamma mia, exPanama Beach, exCayenna, ex La Spiaggetta, ex Amanusa. Alla disamina dei pentastellati replica Sinistra Italiana X Municipio che chiede di proseguire in quest’operazione di “pulizia” procedendo, senza astuzie e senza indugi, a liberare le spiagge dagli abusi commessi negli stabilimenti

“Il mare di Roma - scrive Marco Possanzini S.I. X Municipio - vive una condizione di sequestro inaccettabile che, fra l’altro, ha ucciso la vocazione turistica di un territorio unico al mondo. Il mare di Roma muove un economia paragonabile a quella della costiera amalfitana con la sola differenza che nel primo caso i proventi economici sono confinati nelle mani di poche famiglie mentre nel secondo caso costituiscono una ricchezza per tutta la comunità. L'avvio dell'abbattimento dei chioschi non può essere l'ennesimo specchietto per le allodole utilizzato dal M5S per non assumersi la responsabilità delle promesse fatte…. Sul tratto urbanizzato di arenile, nel tratto di costa imbrigliato dal lungomuro, sono presenti abusi censiti, certificati, visibili a tutti, delle mostruosità in cemento armato che devono essere demolite. Il mare di Roma non può essere diviso in spiagge in concessione e spiagge in gestione, una astuta frammentazione che nei fatti, oltre a permettere le infiltrazioni criminali di cui si è occupata e si sta occupando la Magistratura, non frammenta ma consolida energicamente la logica del “lungomuro”, una logica predatoria e proprietaria che ha animato l’imprenditoria balneare in questi decenni. Come succede in ogni parte del mondo, tranne che sul mare di Roma, il mare deve tornare ad essere libero, deve esserci la spiaggia con i servizi a pagamento, garantendo il libero e gratuito accesso al mare con annessi i servizi essenziali, e deve tornare ad esserci la spiaggia libera. Basta ai preposizionamenti dei lettini per occupare le spiagge, gestite e in concessione, tolleranza zero sugli abusi, stop ad ogni forma di illegalità, basta mura perimetrali, catene e lucchetti per impedire l’accesso e addirittura la vista del mare. Non chiediamo la luna, vogliamo che la Giunta Raggi e la Giunta Di Pullo facciano, semplicemente, rispettare le leggi vigenti. Non ci sembra di chiedere molto”.

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