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Ostia, da un debito di gioco ad una spirale di violenza, arrestato 35enne albanese ricercato per tentata estorsione

Il trentacinquenne avrebbe, infatti, ceduto droga alla vittima, per poi pretendere somme maggiorate, ricorrendo sistematicamente a minacce e violenze fisiche. Le aggressioni si sarebbero estese a padre e fratello della vittima. L'uomo si era rifugiato dalla compagna e la Polizia lo ha rintracciato

printDi :: 02 ottobre 2025 17:13
Polizia Ostia arresto ricercato albanese

Polizia Ostia arresto ricercato albanese

(AGR) Si era reso irreperibile per giorni, sfuggendo ad ogni tentativo di rintraccio da parte delle Forze dell’ordine presso l’indirizzo di residenza e nei luoghi da lui abitualmente frequentati. Sull’uomo, un trentacinquenne albanese, pendeva un provvedimento di fermo di indiziato di delitto per i reati di tentata estorsione e violazione delle normative sugli stupefacenti e sulle armi.

A porre fine alla sua fuga sono stati gli agenti del X Distretto Lido e gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Roma.Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, i fatti risalirebbero ad agosto, quando il giovane avrebbe dato inizio ad una serie di gravi aggressioni nei confronti di un altro uomo, sua vittima abituale in relazione ad un debito contratto nel contesto dello spaccio di sostanze stupefacenti.

 
Il trentacinquenne avrebbe, infatti, ceduto droga alla vittima, per poi pretendere somme maggiorate, ricorrendo sistematicamente a minacce e violenze fisiche. Tra gli episodi più gravi documentati dagli agenti, il più eclatante sarebbe stato quello in cui avrebbe investito il suo “debitore” con una bicicletta, ferendolo per poi aggredirlo e minacciarlo di morte durante la successiva colluttazione.

Ancora, insieme ad alcuni complici attualmente in corso di identificazione, avrebbe tentato più volte di entrare con forza nell’abitazione della vittima, arrivando persino a causare un principio di incendio. Le sue aggressioni si sarebbero poi estese al padre e al fratello del suo “debitore”.Le immagini acquisite dagli investigatori e le dichiarazioni rese della vittima e dai familiari hanno contribuito a rafforzare il quadro indiziario nei confronti del trentacinquenne.

La svolta nelle ricerche è arrivata durante un’attività di osservazione effettuata nei pressi dell’abitazione della compagna dell’uomo. La presenza di un’auto a lui riconducibile ha insospettito gli agenti, che hanno deciso di monitorare la zona.Sottoposta a controllo di polizia, la giovane ha sin da subito manifestato un evidente nervosismo, dichiarandosi estranea a qualsiasi fatto ed affermando con insistenza che in casa non vi fosse nessuno. La dichiarazione, per la veemenza con cui era stata pronunciata, ha insospettito gli agenti.

Dopo aver sentito il suo nome chiamato più volte dal fronte stradale, l’uomo ha deciso di arrendersi spontaneamente, aprendo il cancello e consegnandosi ai poliziotti senza opporre resistenza.

Associato subito al carcere di Regina Coeli, è ora gravemente indiziato dei reati di rapina, lesioni gravissime e tentata estorsione.L’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’operato della Polizia di Stato.Si evidenzia che le attività investigative sopradescritte attengono alla fase delle indagini preliminari e che, pertanto, l’indagato è da ritenersi presunto innocente fino ad accertamento definitivo con sentenza irrevocabile. Quanto sopra, si comunica, nel rispetto dell’ indagato da ritenersi  presunto  innocente, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.

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