Ostia, alloggi occupati, atto intollerabile o necessità sociale?
Area 121 riunisce una ventina di famiglie formate da madri, padri separati e cittadini disoccupati. Casapound: si pensi piuttosto a liberare prima l’ex colonia Vittorio Emanuele. Bonafoni (Lista Zingaretti): necessario ripristino della legalità
(AGR) Si chiama “Area 121” e riunisce 20 famiglie italiane in difficoltà, l’area occupata da circa una settimana in via delle Baleniere, nel centro di Ostia, all’altezza del numero civico 263. Si tratta di prefabbricati, ora abbandonati, costruiti negli anni ’50 e facenti parte dell’ex- Villaggio Azzurro dell’Aeronautica Militare, alloggi utilizzati come residenze a disposizione dei militari in servizio. Gli appartamenti erano in uno stato di abbandono. Gli occupanti avrebbero iniziato la sistemazione dell’area.
“Siamo italiani. Siamo in difficoltà. Siamo uomini e donne, (si legge sul “Notiziario nazionale.it) madri e padri separati, cittadini disoccupati o con lavori precari, che vogliono dare un futuro dignitoso ai propri figli. Italiani abbandonati dal governo, che più di tutti stanno pagando l’emergenza coronavirus. Lasciati soli”.
“Sul litorale romano di Ostia, - afferma la consigliera regionale Marta Bonafoni (Lista Zingaretti) - sfruttando a proprio vantaggio l’emergenza Coronavirus e la conseguente crisi, alcuni militanti appartenenti a Casapound, hanno occupato una struttura appartenente all'Aeronautica Militare. Quello che sta accadendo in queste ore è solo l’ennesimo atto che avviene nella Capitale da parte di chi, negli anni, ha mostrato di disprezzare i valori costituzionali; è intollerabile che qualcuno possa cavalcare, in un momento di difficoltà, le fragilità delle persone, con la scusa del diritto all’abitare. Dobbiamo assistere, ancora una volta, ad una occupazione per vedere poi gli spazi gestiti dai componenti della loro associazione? Ostia ha già dimostrato di volersi riscattare ed è al centro dell’azione amministrativa della Regione Lazio per il ripristino della Legalità. Auspico che tutte le istituzioni preposte intervengano, il più velocemente possibile, per porre fine a questa storia”.